
Viene solitamente chiamato ‘di riparazione’, ma raramente si riescono a fare affari nel mercato di gennaio. A correggere parti importanti della squadra. Specie per la Fiorentina, specie negli ultimi anni. Quando a parte Salah (che arrivò comunque al posto di un fondamentale Cuadrado), sono arrivati tanti giocatori poco determinanti. Basti ricordare i vari Sissoko, Larrondo, Diakitè, Matri, Anderson, fino ai Benalouane, Tino Costa, Kone dello scorso anno.
Sarà perché a stagione in corso in pochi si privano di giocatori importanti, che possano subito inserirsi nei piani di gioco, sia perché il budget viola è spesso pari a zero. E così sarà anche nel gennaio che sta per iniziare. Con Corvino che si muove sottotraccia, con Andrea Della Valle che ha annunciato “pochi ritocchi”, con nessun nome in grado di stuzzicare la fantasia del tifoso che circola negli ambienti di mercato. In realtà, però, qualcosa la Fiorentina dovrà fare. E non solo perché in ogni caso, lo dice il nono posto in campionato, questa è una squadra migliorabile (e non poco), ma anche per le esigenze del campo. Necessità tattiche.
Perché sì, per la prossima estate c’è la concreta prospettiva che molte cose potranno cambiare, a livello di giocatori e non solo, ma adesso c’è una rosa da correggere, una stagione da portare avanti, con nessun obiettivo di fatto andato in fumo. “Io da quest’anno penso solo ad allenare”, è il leit motiv di Paulo Sousa fin da luglio. Nomi condivisi con Corvino in estate (a parte Maxi Olivera), ma di fatto è stato un mercato non mirato alle vere esigenze tattiche e di squadra. È stato più l’allenatore, a plasmare la formazione in base ai giocatori a disposizione. Nel frattempo, però, la Fiorentina è cambiata: dal 3-4-2-1 al 3-4-1-2, passando anche per il 4-3-1-2, durante la stagione Sousa ha trovato l’assetto con la difesa a quattro, spesso con il 4-2-3-1 (o 4-4-1-1).
E quindi, la coperta si è fatta corta in più ruoli. Oltre al ‘consueto’ nervo scoperto legato al terzino destro (Salcedo e Tomovic sono due adattati), non ci sono ricambi adeguati per gli esterni. Insomma, per far rifiatare Bernardeschi e Tello Sousa ha dovuto spesso cambiare la Fiorentina. Inserire Cristoforo largo a sinistra, ad esempio, o cambiare proprio modulo. E meno male che sta esplodendo Chiesa, visto che lo spagnolo sta deludendo e non poco. Qualcosa, però, numericamente manca, se la Fiorentina vuole provare ad essere competitiva da gennaio in poi, con i tanti impegni da dentro o fuori. Per non parlare poi dell’aspetto tecnico: Milic-Maxi Olivera a sinistra non sono paragonabili ad Alonso-Pasqual (seppur l’uruguaiano sia in crescita), a destra manca un terzino vero da tempo immemore (Diks lo sarà magari in un futuro non vicino), lo stesso Tello gioca spesso con il freno a mano tirato (non esaltando le proprie caratteristiche), Ilicic non ha un sostituto adeguato (sarebbe Hagi, come disse Sousa) ed è spesso discontinuo.
Jovetic è il solito nome accostato da mesi alla Fiorentina: in estate saltò per motivi economici, adesso questi sono rimasti e sono sopraggiunti anche aspetti tattici. Se arrivasse, dove giocherebbe? Sousa dovrebbe cambiare la sua Fiorentina per far spazio a una seconda punta come il montenegrino: ne varrebbe la pena? È il paradosso della seconda punta: Sousa ha sempre visto Kalinic unica punta, al limite insieme a Babacar è il croato che gioca in posizione diversa. “Voglio sempre le linee profonde, mai piatte”, disse tempo fa il portoghese. Di fatto, le due punte si sono viste poche volte. Rossi ha dovuto cambiare aria perché non veniva utilizzato, Zarate sta giocando (anche per altri motivi) con il contagocce. Anche perché nell’idea di Paulo tutti devono correre, pressare, difendere: sia Jovetic, che Rossi e Zarate hanno nel talento e la qualità le proprie armi, non certo il rincorrere gli avversari o coprire gli spazi.
Insomma, Sousa pensa ‘solo ad allenare’ e ha commesso qualche errore in questa prima parte di stagione, ma la sua rosa va corretta. Non solo tecnicamente, ma anche per esigenze tattiche. Ci sarebbe molto da cambiare, e probabilmente verrà fatto a giugno: ora qualche correttivo però è necessario. Tra poco inizia il gennaio di Corvino: poca suspense, poca fibrillazione anima la finestra di mercato viola. Almeno all’inizio. La linea è quella di mantenere l’ossatura, resistere a proposte milionarie (per Badelj, Kalinic ma anche Bernardeschi e gli altri), e poi valutare a giugno. Vedremo se sarà così, o se si muoverà qualcosa di importante. Per ora il profilo è basso, rispetto anche al recente passato (i famosi “Siamo pronti ad intervenire in maniera importante” e i “Regali per i tifosi”). Tra rischio sòle, ed esigenze tattiche.

Di
Marco Pecorini