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Inter-Fiorentina anche fuori dal campo. Quanti scontri tra Marotta e Barone

Barone

La politica del pallone, le difficoltà economiche dell’Inter e l’elezione del nuovo presidente. Tensione tra i due club, mentre ai tempi di Moratti-Della Valle…

La rivalità più accesa resta quella con la Juventus, ulteriormente attizzata dal trasferimento di Vlahovic. Ma questo non impedisce alla Fiorentina di avere un nuovo antagonista in Serie A, da quando il club viola è stato acquistato da Rocco Commisso. Si tratta dell’Inter. In questo caso di tratta di un confronto tutto politico. Una divergenza di vedute ormai costante tra le due società che aggiunge sapidità alla partita di sabato pomeriggio a San Siro, già fondamentale per la squadra nerazzurra in chiave scudetto. Ma la Fiorentina non farà sconti, per la sua classifica e anche per questa dialettica che divide la dirigenza viola da quella interista nelle assemblee di Lega. Così scrive Tuttosport.

CONTRASTI ABITUALI. Ormai stanno diventando abituali i battibecchi tra Beppe Marotta Joe Barone durante le riunioni. Gli scontri sono all’ordine del giorno da quando il direttore generale della Fiorentina ha iniziato a interpretare il ruolo del paladino inflessibile della correttezza nella gestione economica dei club. Alla base delle prime discordie c’è stato il differimento dei controlli della Figc sul versamento degli stipendi ai calciatori nella scorsa stagione, una modifica che è andata a beneficio soprattutto dell’Inter in grave carenza di liquidità in quella fase. Questa è diventata una scintilla sempre accesa alla base delle invettive di Barone. Osservazioni alle quali Marotta ha replicato facendo presente che quella richiesta di allentamento delle tempistiche di verifica federale era stata formalizzata all’unanimità dalla Serie A in piena pandemia. Ed è stata regolarmente accolta dalla Figc. Sono seguite altre punzecchiature sul tema, talmente insistite e in alcuni casi considerate un po’ sopra le righe da spingere Marotta a paventare la presentazione di un esposto alla Procura federale.

NUOVO PRESIDENTE. Anche la recente elezione del nuovo presidente di Lega ha visto Inter e Fiorentina su fronti opposti. Marotta è stato tra i principali sponsor della candidatura del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che si è fatto da parte al momento dell’invasione russa in Ucraina. Barone, invece, ha spinto per Lorenzo Casini insieme ad Aurelio De Laurentiis. Fiorentina e Napoli sono state le più convinte sul nome del capo di gabinetto del Ministero della Cultura. Un’indicazione poi seguita con decisione dalla Lazio di Claudio Lotito. Casini, eletto venerdì scorso con appena un voto di maggioranza (11), è entrato in contatto con Commisso e Barone sulla vicenda del nuovo stadio di Firenze, visto che il ‘Franchi’ ha elementi considerati patrimonio architettonico da tutelare. L’Inter è stata tra i club che non hanno appoggiato Casini nell’urna di Via Rosellini, sottolineando anche l’inopportunità dell’ingresso al vertice della Lega di una figura (senza esperienze precedenti nel mondo del calcio) caratterizzata politicamente essendo vicina al Pd. Uno sfondo molto ricco di contrasti, tutti recenti, che hanno allontanato Inter e Fiorentina, rispetto agli anni di Massimo MorattiDiego e Andrea Della Valle, quando la sintonia era forte.

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