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Il Blog dei Tifosi – Oggi è un altro giorno, è un’altra Fiorentina

Rocco54 spiega cosa vuol dire essere tifosi viola anche all’indomani di una campagna acquisti che ha visto l’addio importante di Vlahovic, ceduto alla Juventus

Sono in su con gli anni ma ho lo spirito di quando bambino mi sono innamorato della Fiorentina. Quando siamo bambini, si sa, si comincia un gioco e, che lo si faccia con altri o da soli, dopo un po’ ci si stufa e si passa a altro. Ai “miei tempi” si viveva di cowboy e indiani, di fionde fatte con le camere d’aria delle biciclette, di carretti fatti con assi di fortuna, manici di scope e vecchi cuscinetti. Ora i bambini, come si dice, hanno tutto già fatto. Ma si annoiano, mentre ai miei tempi la noia era cosa sconosciuta.

Passa il tempo, cambiano i giochi, ma il bambino che allora soffriva e gioiva per la Fiorentina è lo stesso bambino di oggi, entrambi provano le stesse emozioni. Ma c’è una differenza tra i due ragazzini. Il “vecchio” bambino ha vissuto anche gioie, il “nuovo” no.

Quelli come me hanno vissuto tante stagioni (nel nostro caso calcistiche) ma, pur soffrendo oggi nel vedere una Viola ridimensionata, hanno il conforto anche di ricordi esaltanti. I ragazzini di oggi hanno pochi motivi per innamorarsi di “qualcosa” che non ti restituisce parimenti l’amore che tu gli dai. Così, se si toglie il territorio fiorentino o al massimo toscano, per la scarsa attrazione che la Fiorentina offre, oggi abbiamo pochi bambini che tifano viola.

La Fiorentina è un’appartenenza, anche geografica ma non solo. Non è una semplice squadra di cui vantarsi per i trofei che ha in bacheca. È una specie di religione laica, lo so che esagero, ma voglio dire che stare con la Viola significa essere disposti, non dico al martirio, ma comunque a subire gli sfottò di chi sa, con precisione svizzera, che nell’arco di dieci anni, per male che gli vada, qualche trofeo lo raccatta. Mi riferisco naturalmente a chi tifa per le “strisciate” di Torino e Milano.

Noi viola no. Noi viviamo nella speranza di un “Rinascimento”, parola a noi cara. Qualcuno di Noi (gli affetti da fiorentinite) sbotta, non ce la fa a rassegnarsi a un presente mortificante e a un futuro nebuloso, balbettante. Come dargli torto? La Fiorentina, come Firenze, ha avuto periodi di splendore, e ricordarsi di questi può fare bene come può fare male al cuore.

Firenze, nel XIV e XV secolo, aveva più abitanti di Roma e Milano. Le banche fiorentine scoppiavano di fiorini, che venivano prestati a fondo perduto anche ai monarchi europei, mica discorsi…

La Fiorentina, ai tempi dei proprietari illuminati e “locali”, è stata una delle, non sette come viene detto ora, ma quattro-cinque sorelle non di più. Dopo la Juve e le milanesi c’eravamo noi. Si dice che quello era un mondo diverso, altre regole, altre cifre, altri interessi, altro tutto o quasi. È vero.

Non dico che bisogna scrollarsi di dosso il passato perché sarebbe sciocco, ma dobbiamo prendere atto di tutte le sfaccettature che ha il presente: le proprietà “aliene” al territorio, il potere delle tv, i quattrini che arrivano dalle coppe, i procuratori, gli allenatori (che hanno con sé uno stuolo di “aiutanti”), i contratti, gli svincoli, i parametri zero, i capricci dei giocatori (a partire dalle smorfie che fanno in campo quando vengono appena “sfiorati”) e altre cose che non mi vengono a mente ma che esistono soltanto da poco.

Si è chiuso anche il mercato d’inverno e la Fiorentina deve ripartire, per l’ennesima volta, con una Proprietà nel mirino dei tifosi, con giocatori nuovi, sapendo “quello” che ha perso in questa sessione di mercato, ma con l’incognita del futuro prossimo. Che potrebbe anche sorprenderci piacevolmente.

Il bambino Rocco54 subì l’addio di Kurt Hamrin e l’anno dopo di Enrico Albertosi. Non fu meno doloroso di quello che ha subìto il bambino d’oggi con le partenze dei due verso l’odiata Juve. Ma Noi siamo la Fiorentina, non abbiamo paura di nessuno. Siamo David contro Golia, siamo i discendenti dei Ciompi, siamo i 18mila abbonati in C2, e i bambini di ieri e quelli di oggi si stringeranno come sempre intorno ai giocatori che indossano quel viola che non smetteremo mai di amare. Domani è… anzi, oggi è un altro giorno, è un’altra Fiorentina

di Rocco54

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