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Commisso, un’eredità d’oro dai Della Valle: da Chiesa a Dusan, cessioni per 200 mln

L’articolo della Gazzetta dello Sport: solo con i due bianconeri Rocco si è ripagato la Fiorentina. E prima si diceva anche di no, come per Toni, Muto e Jovetic

Con la doppietta Chiesa-Vlahovic alla Juve – i due diamanti della gestione precedente – Rocco Commisso si è “ripagato” la Fiorentina. Quando nell’estate del 2019 i fratelli Diego e Andrea Della Valle cedettero a Rocco il club, la valutazione fu pressappoco di 130 milioni di euro, cifra che per il magnate italo-americano è invece fissata in circa 150 milioni. Calcolatrice alla mano, i 60 incassati per Federico Chiesa e i 75 che verranno dall’affare Vlahovic sono praticamente… la Fiorentina, perché con due colpi in uscita finiti alla rivale di sempre (quindi alla famiglia Agnelli criticata anche nell’ultima intervista rilasciata da Commisso al Financial Times) Rocco è rientrato della spesa di acquisto del club viola. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

VALORIZZAZIONE. La valorizzazione dei giocatori in questione “nati” in era Della Valle è evidente: Dusan Vlahovic costò appena 2 milioni di euro, Federico Chiesa nemmeno quelli. Poco alla volta, a Firenze hanno la sensazione che tutto ciò che era stato visto con occhio lungo prima (da Pantaleo Corvino e dai Della Valle) venga dismesso con la fretta del subito, fermo restando che a certe cifre è difficile dire di no e che da Piatek a Cabral il “dopo” sta un po’ riprendendo forma.

I NO DEI DELLA VALLE. Eppure la Fiorentina che era, quella prima dell’avvento di Rocco, quella che viaggiava a ritmo-Champions e collezionava campionati straordinari, aveva creato un valore continuo e concreto, alto, evidente, spalmabile per i prossimi anni, continua La Gazzetta. Forse una sola volta – ai tempi dei fratelli Della Valle – la Fiorentina si era privata di un giocatore a gennaio: Cuadrado, altro bel colpo di prospettiva in entrata, che andò al Chelsea. Perché poi, una volta, esisteva anche la parola data e da mantenere. O quantomeno la ferma volontà di non “depauperare” i sogni di inseguimento all’Europa. Esempi? Toni non venne mandato all’Inter che pensava di averlo già con sé; Mutu era a un passo dalla Roma ma Prandelli si oppose perché mancavano 10 giorni al preliminare-Champions, fatto storico e da non fallire; Jovetic che voleva andare alla Juve, beh, venne trattenuto. Insomma, si poteva. Si faceva.

DALLA GESTIONE PRECEDENTE. L’attualità tecnica della Fiorentina di oggi è molto figlia della Fiorentina che fu. Rocco Commisso ha in “rosa” giocatori come Milenkovic che vale almeno 7 volte il prezzo pagato (4 milioni), oppure Castrovilli che veste la numero 10 e venne pagato un milione. Gente arrivata nella Fiorentina che fu e che adesso ha acquisito valore: ma non dismissibile del tutto, auspicano i tifosi. Le cessioni grosse dal 2019 a oggi, oltre a quelle in direzione Juve, sono state anche quelle di Veretout (pagato 5 milioni e ceduto nell’estate 2019 alla Roma per 22 totali), Hancko (2,5), Giovanni Simeone (18), Lafont (8 più bonus al Nantes) e così Vitor Hugo a 5,5, Pezzella a 3,5, Ceccherini a 3,5. E il totale dice di oltre 200 milioni di euro in cessioni di giocatori già presenti nell’era Della Valle.

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