Il commento della Gazzetta: la lezione per il presidente viola e un’altra cessione agli Agnelli dopo gli attacchi. Tre maxi plusvalenze…
“Un gol di Agnelli, un altro autogol di Commisso”, scrive stamani La Gazzetta dello Sport. Il trasferimento di Dusan Vlahovic cambierà la geografia del campionato. In Italia, sul mercato invernale, nessuno aveva mai pianificato una spesa di circa 75 milioni per il solo cartellino, stipendi esclusi. La Juve non può permettersi di restare fuori dalla Champions, fonte di ricavi e vetrina imprescindibile. Siamo agli antipodi dell’operazione Ronaldo. L’affare Vlahovic ha un orizzonte ampio, forse decennale, e consente di accelerare sul presente.
BEFFA. La Juve non poteva aspettare che Vlahovic andasse a scadenza nel 2023 per rilevarne le prestazioni a costo zero e, senza la certezza assoluta dell’ingresso in Champions, non poteva nemmeno attendere il prossimo giugno per un’offerta al ribasso. Aveva l’urgenza dell’oggi e del domani, la società si è mossa di conseguenza. Non crediamo che gli Agnelli siano andati su Vlahovic per fare un dispetto a Rocco Commisso, che nella recente intervista al Financial Times li aveva descritti con parole e toni non esattamente lusinghieri. Gli affari sono affari e quando si tratta i sentimenti non contano, però il retropensiero è inevitabile e un ghigno beffardo è ammesso.
LEZIONE. Commisso avrebbe voluto cedere Vlahovic all’estero, all’Arsenal o al Tottenham in Premier League, ma il giocatore e i suoi agenti avevano in testa un’altra squadra e il presidente della Fiorentina si è dovuto piegare all’aritmetica del business. Meglio lasciarlo andare subito a circa 75, seppure alla Juve, che domani a 40 o dopodomani a zero. Miglior lezione non può esserci per un imprenditore abituato a parlare molto in pubblico, a esternare giudizi su chiunque e a lodarsi da solo.
INCASSI E INVESTIMENTI. Commisso ha rilevato il club viola dai Della Valle nel giugno del 2019 per circa 150 milioni. Quella Fiorentina aveva già in pancia Federico Chiesa, cresciuto nel settore giovanile, e Vlahovic, preso giovanissimo dal Partizan Belgrado su intuizione di Pantaleo Corvino. Commisso ha venduto Chiesa e Vlahovic agli Agnelli, da lui disprezzati sulle colonne del Financial Times. In quella Fiorentina dell’estate 2019 c’era pure Veretout, passato alla Roma per circa 20 milioni. Commisso ha poi acquistato vari giocatori, ma se restiamo al solo calciomercato il conto del dare e avere risulta a suo favore. E va sottolineato come Commisso abbia capitalizzato al meglio le cessioni di tre calciatori ereditati dalla precedente gestione: notevoli plusvalenze sono state ottenute grazie a tre campioni cresciuti o ingaggiati da altri dirigenti. Non c’è nulla di male, ma ora i tifosi si aspettano che investa di suo nella squadra e permetta all’allenatore Vincenzo Italiano di mantenerla in zona Europa. Piatek non è Vlahovic.
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Redazione LaViola.it