Vlahovic vale il fatturato di un anno, ma la mancata cessione da parte della Fiorentina potrebbe essere ammortizzata dal risparmio sull’ingaggio e dall’accesso in Europa
‘Con i se e con i ma la storia non si fa’. La premessa è d’obbligo. Se (appunto) la Fiorentina dovesse proseguire con questo andamento, da agevolare magari con un paio di innesti a gennaio, l’Europa non sarebbe impossibile da raggiungere. Quale? Difficile da dire. Molto più probabile un accesso in Conference o Europa League, piuttosto che pensare di arrivare tra le prime quattro. Nell’inseguimento al ritorno in Europa, ovviamente, molto inciderà il rendimento di Vlahovic. Se (appunto, bis) il serbo dovesse continuare con questa vena realizzativa (10 gol in 13 giornate), potrebbe chiudere questa Serie A con 29 reti.
MILIONI, OGGI E DOMANI. Per quanto il valore di Vlahovic sia in continua ascesa, il prezzo del suo cartellino pare destinato a fare il percorso inverso in virtù del contratto in scadenza nel giugno 2023. Man mano che passeranno i mesi, dunque, sarà più difficile per la Fiorentina incassare cifre monstre dalla partenza del numero nove che, invece, potrebbero arrivare sul mercato invernale. A meno che a giugno, col giro di punte che coinvolgerà Mbappé e Haaland, qualche big europea non decida di mettere comunque sul piatto grandi cifre per un calciatore in scadenza dopo 12 mesi. Mai come nel caso di Vlahovic l’aspetto sportivo ed economico cozzano tra loro. Ad oggi, infatti, per come sta rendendo con Italiano e nell’intesa coi compagni, c’è forse un centravanti più forte di Vlahovic che potrebbe vestire la maglia della Fiorentina (se non in assoluto in Serie A)? Sportivamente parlando non si porrebbe il quesito: Vlahovic deve restare, punto e basta, soprattutto a gennaio. Poi, però, c’è il lato economico, che nel calcio moderno non può essere ignorato: può permettersi un club come la Fiorentina di dire di no ad (eventuali) offerte da 80 milioni, corrispondenti quasi al fatturato di un anno?
EUROPA. Una parte di soldi in meno che incasserebbe la Fiorentina dalla vendita diretta del cartellino di Vlahovic potrebbero essere ‘ammortizzati’ dagli introiti provenienti dall’ingresso nelle coppe. Solamente dall’accesso alla Conference League, ad esempio, la Roma (previo passaggio del turno preliminare col Trabzonspor) ha incassato 2,94 milioni di euro. La coppa ‘minore’ garantisce, inoltre, tali premi: nei gironi vengono assegnati 500 mila euro per una vittoria e 160 mila euro per un pareggio. La squadra vincente di ogni gruppo riceve 650 mila euro, mentre la seconda 350 mila euro. In caso di superamento del girone sono previsti altri 300mila euro; in caso di passaggio degli spareggi, per la qualificazione agli ottavi di finale 600 mila euro; per chi arriva ai quarti di finale 1 milione di euro; chi arriva in semifinale ne prende 2, chi arriva in finale 3, chi vince la Coppa altri 2 milioni.
Più ricchi i premi per chi disputa l’Europa League: ogni club che ha partecipato alla fase a gironi ha incassato 3,63 milioni (Napoli e Lazio hanno avuto accesso direttamente alla fase a gironi). Ogni vittoria nei gironi vale 630 mila euro, ogni pareggio 210 mila euro. Le vincenti dei gironi riceveranno un bonus di 1,1 milioni, mentre le seconde 550 mila euro. I club che si qualificano alla fase a eliminazione diretta incassano 500 mila euro per lo spareggio, 1,2 milioni di euro in caso di accesso agli ottavi, 1,8 milioni in caso di accesso ai quarti, 2,8 per arrivare in semifinale, 4,6 per l’accesso in finale e 4 milioni in caso di vittoria della Coppa.
RISPARMIO. Durante tutta questa stagione (ed eventualmente nella prossima) Vlahovic percepirà dalla Fiorentina uno stipendio da 800 mila euro netti, col serbo che ha detto no ad un ingaggio da 5 milioni netti, circa 10 milioni lordi. A conti fatti, dunque, la Fiorentina potrebbe usufruire delle prestazioni del serbo pagando circa 3,2 milioni di euro (lordi) fino al giugno 2023, rispetto ai 20 lordi che avrebbe speso se Vlahovic avesse accettato l’ultima offerta che gli ha fatto Commisso.
Calcolatrice alla mano, dunque, aver detto no ad offerte da 60 milioni arrivate la scorsa estate, il non rinnovo e il conseguente mantenimento dell’attuale stipendio, potrebbe non rivelarsi un bagno di sangue economico per la Fiorentina (come pareva in principio) e indurre Commisso a dire ulteriormente no ad ogni offerta che arriverà a gennaio. E non solo per ragioni tecniche. Quei soldi di differenza che potrebbero arrivare a giugno rispetto a gennaio, infatti, rientrerebbero entrando in Europa (da disputare, poi, ad alti livelli ovviamente).
Tenersi un bomber come Vlahovic fino al giugno 2023 a 800 mila euro di ingaggio, per lasciarlo poi partire a zero, non è inoltre scenario così impensabile se con i suoi gol la Fiorentina dovesse centrare l’Europa quest’anno e quello successivo. Nel mezzo, infatti, ci sarebbero un’altra cinquantina di gol (sulla carta) che non tutti possono garantire, e che potrebbero legittimare qualche sacrificio difronte alla possibilità di nuovi orizzonti.
												
																					
																					
																					
																					
																					
																					
																					
																					
																							
																					
																							
																							
																							
									
									
									
									
														
														
														
Di
Gianluca Bigiotti