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‘Separati in casa’, ma quanto conta questo Vlahovic. La Fiorentina reagisce e va: ora la Juve da +3

Tripletta di Dusan, 10 gol in 12 partite stagionali: sarà addio, ma intanto guida una Viola in zona Europa

Non sarà il centravanti del futuro della Fiorentina, Dusan Vlahovic. E questo è un vero peccato, perché la tripletta contro lo Spezia dimostra ancora una volta quanto il classe 2000 serbo sia decisivo per questa squadra. Insomma, se la punta e la società vanno avanti quasi da ‘separati in casa’, in attesa di un addio che si consumerà tra gennaio e il giugno 2023, il campo racconta di un giocatore (di 21 anni) di categoria superiore. Che sposta gli equilibri. Che determina. Tre reti e le firme dei compagni sul pallone da portare a casa. Perché sì, al di là di tutto, il gruppo e l’allenatore sono con Vlahovic. E lui anche con lo Spezia ha risposto con una prova da grande giocatore. Un ragazzo che, nonostante tutto, dimostra di avere la testa concentrata (eccome) sulla Fiorentina.

GLI OCCHI DI DUSAN. Sguardo glaciale, portiere da una parte e palla dall’altra. Se il rigore contro il Cagliari, sotto la Fiesole, l’aveva lasciato a Biraghi, stavolta Vlahovic si è preso il pallone per segnare sotto la Ferrovia. E proprio gli occhi di Dusan prima del tiro raccontano lo spirito e il carattere di un 2000 che ha una personalità enorme. E poi gli altri due gol, da centravanti ‘navigato’. Insomma, la Fiorentina fa bene a godersi questo Vlahovic finché avrà la maglia viola. Una considerazione amara, perché ovviamente sapere che il tuo giocatore più forte presto o tardi andrà via, per cercare soddisfazioni altrove, fa male. Ma altro che ‘panchine punitive’ o esclusioni a favore del Kokorin di turno. Questa Fiorentina, finché ci sarà e finché metterà in campo queste prestazioni, non può fare a meno di un Vlahovic così.

10 GOL IN 12 PARTITE. Del resto, c’è tanto di Dusan nella Fiorentina che viaggia al 6° posto insieme alla Lazio, a quota 18 punti: 8 dei 16 gol fatti in campionato dai viola portano la firma del serbo. Insomma: il 50% delle reti sono di Vlahovic, che è già in doppia cifra in viola contando anche la doppietta in Coppa. Dieci gol in dodici partite. E un anno solare 2021 che per il centravanti racconta di 25 gol in 35 partite di Serie A: solo Haaland (26) e Lewandowski (36) hanno segnato più di lui nei maggiori campionati europei negli ultimi 10 mesi. Benzema, Messi, Mbappè, Ronaldo e gli altri sono dietro. Numeri che parlano da soli. Considerato tutto questo, c’è da pensarci bene anche a vendere Vlahovic a gennaio, nel mezzo di una stagione che sta proiettando la Fiorentina in zona Europa: non solo l’offerta giusta, servirebbe anche un sostituto all’altezza. In pochi, però, ad ora sono al livello di un giocatore così, specie se gioca con questa mentalità e applicazione. Ecco perché, alla fine, la strada giusta (e anche più probabile) potrebbe essere quella della separazione a giugno. Con buona pace di Italiano: un ‘bomber a tempo’, sì, ma assolutamente determinante.

RISPOSTA. Ma la partita contro lo Spezia, al di là dell’uomo copertina, ha consegnato una Fiorentina che ha bissato la prova contro il Cagliari. Una partita anche più bloccata a tratti, specie nella parte centrale del primo tempo, ‘stappata’ da un rigore proprio come con i sardi. Ma la squadra è poi tornata pimpante (già prima del primo gol, in realtà), vogliosa di incidere, di fare risultato. Una bella risposta dopo l’Olimpico, insomma. Con Italiano che, cambiando stavolta un solo giocatore nell’undici iniziale rispetto a Roma (Saponara per Callejon), ha ‘azzeccato’ le mosse dalla panchina per mettere sui binari giusti il match: Odriozola ha dato più dinamismo e corsa a destra per sfondare e creare i presupposti per il bis, poi anche Callejon si è tolto la gioia del primo assist in campionato.

RICKY UP & DOWN. Una gara che ha confermato poi quanto Saponara possa essere importante per questa squadra. Un giocatore che a livello tecnico non si discute, e che quando è in fiducia e sta bene riesce a trascinare i compagni. Quando ha la palla lui negli ultimi 20-25 metri, insomma, può nascere qualcosa di interessante. Quello che chiedeva Italiano alla squadra, che anche con la Lazio era arrivata tante volte in avanti senza trovare la giocata giusta. Un limite che purtroppo sta confermando invece Sottil: un ragazzo che ha lo spunto in velocità per saltare l’avversario, ma che deve migliorare nell’ultima scelta e nel dialogo con i compagni. Più di una ripartenza non concretizzata, qualche traversone impreciso e la sensazione che, con quell’ultimo step, possa diventare davvero un giocatore importante. È giovane e il lavoro quotidiano può senz’altro influire. Vi ricordate il Vlahovic di un anno fa? A volte faceva fatica a controllare i palloni, faceva tanti movimenti sbagliati. L’impressione è che anche per Sottil un lavoro mirato e specifico possa e debba servire per completarlo.

LA JUVE DA +3. Ma anche Bonaventura e Torreira hanno regalato ottime prestazioni nella domenica di sorrisi in casa viola. Con una difesa che per la seconda gara casalinga non ha preso gol (neanche un tiro nello specchio concesso agli avversari). Un 3-0 che proietta la Fiorentina in fiducia alla sfida contro la Juventus a Torino. Una gara alla quale i viola arriveranno addirittura con un +3 in classifica: è successo poche volte nella storia. Certo, sarà una Juve ferita, reduce da due sconfitte di fila e dalla doppietta di Simeone al passivo. Ma per provare davvero a stare lassù, in zona Europa, servirebbe davvero un risultato importante contro una grande (e ad oggi diretta concorrente). Specie prima della sosta. Ora qualche ora per godersi i tre punti del Franchi, poi testa ai bianconeri. Uno snodo che può dare tutta un’altra visione alla fin qui già buona stagione viola.

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