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Pensiero stupendo…Tre punti a Venezia (più che alla portata) per stare lassù (che pareva utopia). Dopo due settimane pesanti, finalmente, torna a parlare il campo

La Fiorentina si appresta ad affrontare il Venezia. Gara abbordabile per i viola di Italiano, che cercano conferme per rimanere nei piani alti della classifica

Venezia fuori, Cagliari in casa. Senza spingersi troppo in là con gli orizzonti, la Fiorentina di Vincenzo Italiano ha dinanzi a sé due gare più che alla portata, che potrebbero permetterle di continuare ad occupare zone nobili di classifica, come non accadeva da tempo. E stavolta non è solo la carta a dirlo.

Anche nell’ultimo triennio, infatti, la Fiorentina avrebbe affrontato questa coppia di gare coi favori del pronostico, dovuto soprattutto al blasone e ad una lunga lista di calciatori che, sulla carta, per nomi parevano superiori a gran parte degli avversari, ma che poi in campo spesso non sapevano cosa fare, uscendone spesso con le ossa rotte rimanendo, non a caso, per due anni e mezzo nei bassifondi della Serie A. Per quanto i nomi siano quasi gli stessi di cui sopra, le sensazioni che ha trasmesso in questo avvio di campionato la Fiorentina di Italiano sono di tutt’altro tenore. Tre vittorie in trasferta su quattro uscite, tutte meritate dal punto di vista della prestazione, col rammarico di aver buttato via altri risultati positivi alla portata con Inter e Roma, non sono un caso. Se qualcosa è mancato nel confronto con le big, eccezion fatta per la vittoria con l’Atalanta, sin qui la Fiorentina ha ottenuto il massimo con le squadre inferiori come lo saranno, appunto, Venezia e Cagliari. Pensare che da questa coppia di gare possano arrivare sei punti non è utopia.

IDENTITA’ E GRUPPO. Con gli stessi nomi, o quasi, dicevamo. Sì perché c’è moltissimo del lavoro di Italiano nella ‘rinascita’ di calciatori che avevano fin qui deluso. Segreto? Nessuno, dice il tecnico. Se molto, è fuor di dubbio, ha inciso l’organizzazione di gioco intesa come nuove idee, filosofia opposta al recente passato e voglia di osare, altrettanto ha inciso l’aspetto psicologico. Tutti sono stati ri-considerati importanti. A nessuno è stata negata l’opportunità di avere spazi, se meritevoli. Aver puntato molto sul concetto di identità, unione e gruppo, ha fatto il resto. E nelle gare che la Fiorentina ha giocato fin qui, soprattutto lontano dal Franchi, lo si è notato chiaramente tra abbracci, sacrifici (compreso l’adattamento tattico di diversi interpreti, Benassi su tutti) e disponibilità (basterebbe vedere come entrava in campo l’anno scorso Amrabat e come entra quest’anno) . Adesso, la domanda sorge spontanea: come reagirà il gruppo dopo le due settimane che l’ambiente viola si sta buttando alle spalle?

TENSIONI. Il riferimento alla rottura con Vlahovic non è puramente casuale, soprattutto quando si parla di attaccanti, dove il filo tra il giusto egoismo e l’insistenza nel provare la soluzione personale è molto più sottile che per altri ruoli. Anche perché è ormai chiaro che Vlahovic giochi sì per la Fiorentina, oggi, ma che per il suo futuro stia pensando soprattutto a sé stesso (come forse è anche normale che sia, ma che col clima apparentemente idilliaco che aveva saputo creare Italiano nello spogliatoio viola un po’ stride). I gesti di disapprovazione per una palla non data o data male, al e dal compagno, non sono l’unico aspetto che verrà adesso guardato con la lente d’ingrandimento. C’è anche l’aver detto no a 5 milioni di euro di ingaggio che Vlahovic dovrà dimostrare di valere per evitarsi critiche e pressioni (critiche? fischi?) ambientali ingigantite da due settimane di tensioni in cui c’è stato fin troppo tempo per riflettere e rimuginare su ciò che è stato detto, non detto e fatto da ambedue le parti. Quello stesso ambiente che pareva aver intrapreso una nuova via di unità, con nuove e rosee prospettive, è adesso diviso sul tema. E’ innegabile, tanto che da giorni non si parla di Venezia-Fiorentina ma di cosa fare col serbo, oggi (c’è chi lo vorrebbe in tribuna, chi in panchina) e domani (tra chi vorrebbe quello, quell’altro, e chi grida ‘mai alla Juve’). In tutto ciò, come detto, c’è il campo che tornerà a parlare. Ma la sensazione è che le prossime gare non saranno come le precedenti, e che siano destinate a risentire di tutta questa vicenda.

IL CAMPO. Intanto, ecco il pallone che si appresta a tornare a rotolare. La lotta ai procuratori, alle commissioni e al rischio svincolo per un patrimonio così importante come è Vlahovic per la Fiorentina, verrà messo nel cassetto per qualche ora. Inseguendo un pensiero stupendo, per provare a costruirsi un immediato futuro in cui conta solo la Fiorentina, piuttosto che tutto ciò di cui si è parlato negli ultimi 15-20 giorni.

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