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Mosse sbagliate, corrette tardi. L’occasione perduta del tattico Paulo

PEGASO NEWSPORT

Con molta sorpresa da parte di tutti, compreso Juric che fa l’allenatore, è stata accolta la formazione della Fiorentina giovedì sera a Genova. E per 26 minuti su 62 Sousa ha insistito con un collage tattico inadeguato rispetto all’andamento della partita. Perché la correzione è arrivata in ritardo, in un mini-match in cui ogni minuto era prezioso, o comunque più prezioso di una gara normale?

Non è questo un processo a Sousa, che sta gestendo un gruppo sicuramente diverso da quello che avrebbe sperato di allenare, ma l’analisi di un’impalcatura calcistica che molti strascichi ha lasciato, compreso quello di disorientare tutti (a parte il Genoa). I dubbi sulle fragilità collegate restano intatti.

1) Se la scelta era quella di costruire una catena sul temuto asse Izzo-Lazovic-Rigoni, perché assegnare a Maxi Olivera la fase difensiva e a Milic quella offensiva? Perché invertire le caratteristiche dei giocatori? Izzo ha ‘scherzato’ Milic ala sinistra, avendo di riflesso grandissima libertà per dialogare con Lazovic, che ha innescato una cooperativa con Rigoni. Su quella fascia il Genoa ha sempre raddoppiato, se non triplicato. Autostrada aperta senza casellanti.

2) Zarate centravanti fra Burdisso e Munoz, sempre con le spalle alla porta, anticipato e immalinconito per la trasparenza di Milic come teorico partner, avrebbe forse preferito restare in panchina. Perché sfruttarlo così male per quasi metà mini-partita?

3) Vecino quasi trequartista: anche questa una scelta discutibile non avendo il centrocampista le caratteristiche di chi strappa negli spazi stretti, trova soluzioni raffinate e/o ha il tiro in porta come Ilicic. Vecino si è disperso.

4) La coppia Badelj-Sanchez aveva già dato ampie dimostrazioni di sapersi integrare modestamente. Troppo piatto il colombiano in fase di impostazione. Badelj si è dovuto sdoppiare, perdendo la sua caratteristica migliore (il break con ripartenza di prima) beccandosi in uno sbilanciato recupero il giallo e la squalifica. Sousa ha corretto finalmente qualcosa all’8’ del secondo tempo (fuori Milic, dentro Kalinic) e la Fiorentina ha cominciato a fidarsi più di se stessa.

I 26 minuti precedenti restano sorprendenti, più della formazione letta prima della partita di fronte alla quale perfino Juric – e non un cronista qualsiasi – aveva sgranato gli occhi cercando di immaginarsela in campo.

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