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Vlahovic, i sacrifici e gli errori per il giovane dei record. Vale il 45% dei gol viola

Vlahovic

Dusan è passato dalle difficoltà prima di imporsi ad altissimi livelli. La fiducia di Prandelli è stata decisiva. Lui ha ripagato con le reti salvezza

Mamma mia, Dusan Vlahovic: talento limpido, con ampi margini di miglioramento, a soli 21 anni in seconda posizione nella classifica marcatori insieme a Lukaku e dietro soltanto a Cristiano Ronaldo. Una sensazione ancor più particolare se si ha la consapevolezza che non sia un’annata casuale, di quelle che possono riuscire una volta nella vita e poi stop. Perché Dusan Vlahovic è l’esempio migliore di cosa voglia dire l’unione tra talento, passione, sacrificio e voglia di arrivare. Così scrive La Repubblica.

DAL PARTIZAN A FIRENZE. Viene da ripensare a quei lunghi mesi al Partizan Belgrado, quando il serbo doveva ancora compiere 17 anni e, una volta firmato il contratto con la Fiorentina, si ritrovò escluso dagli allenamenti e dalla vita della prima squadra nella quale eppure aveva iniziato a segnare e dare il proprio contributo nonostante la giovanissima età. L’infortunio, la riabilitazione, gli allenamenti da solo in un pezzo di campo aspettando di spegnere le diciotto candeline per poi volare in Italia. Destinazione Firenze.

ERRORI. All’inizio della stagione, quando prima l’errore sotto porta a Milano contro l’Inter e poi un rendimento incostante a causa anche della frequente rotazione in attacco, avevano disorientato un ragazzo che si ritrovava sulle spalle la numero 9 di Batistuta. Paragoni pesanti, azzardati, devastanti. Arrivato Prandelli, la svolta. Il tecnico parlò col serbo, gli disse di non preoccuparsi: 6-7 partite davanti a te, dai il massimo e vediamo se ti sblocchi. Alla quinta occasione, la rete su rigore contro il Sassuolo. Vlahovic si scrolla di dosso tutte le incertezze e parte verso la sua nuova avventura.

21 GOL. Era metà dicembre e cinque mesi dopo, passando per il ritorno di Iachini, di gol ne ha segnati 21. Dodici di questi nelle ultime nove giornate di campionato, dove nonostante la crisi di rendimento e di risultati della sua squadra, ha continuato a segnare con un ritmo martellante. Rigori, destro, sinistro, di cucchiaio (contro la Juve), con un tiro a effetto dalla distanza (nella tripletta a Benevento). E poi di testa, come contro la Lazio. Era il suo punto debole, per sua stessa ammissione. Soltanto il lavoro ripetuto sul campo, l’esperienza, l’affinamento della tecnica e dei movimenti possono portare alla piena maturità.

45%. Contro la Lazio, Vlahovic ha staccato la scarpa d’oro Immobile in classifica marcatori e si è aggiunto all’esclusivo club di Batistuta, Hamrin e Petrone come quarto straniero della storia viola a segnare almeno 20 gol in una stagione in Serie A. Da solo, in questo anno tormentato. ha segnato circa il 45% delle reti totali della squadra (21 su 47).

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