
Il fiorentino Gil De Ponti, ex calciatore del Bologna sulla gara di domenica: “Vedo un pareggio nella sfida del Dall’Ara. Dietro troppe lacune per entrambe”
Parla così Gil De Ponti, fiorentino doc legatissimo al Bologna, al Corriere di Bologna:
“Ho il cuore diviso a metà, lo sanno tutti. Qui a Firenze mi pigliano in giro, “si va a Bologna e si vince”. Ma lì ci vive mio figlio Diego e lui è tutto rossoblù, curvaiolo del gruppo Mazzini. A Bologna ho vissuto vent’anni, ho quasi più amici lì che qua, se potessi ci tornerei subito, ma dopo la malattia del ‘95 (un tumore diagnosticato male, forse legato alle «cure» calcistiche anni ’70, ndr ) le cose si sono un po’ complicate. Ora sono stabile e rasserenato
Arbitri? “Ci “leticavo” sempre, mi conoscevano a memoria. Mi trovavo bene col fiorentino Menicucci, poi Casarin e gli altri. Si parlava, ci si mandava a quel paese, ma loro i “vaffa” li accettavano, erano bravi”. Conflitti? “Rosario Lo Bello. Una volta che fischiava solo per gli altri gli andai davanti, mi calai i calzoncini, mi girai e gli dissi “vabbè, mettimelo direttamente qui che fai prima”: rosso diretto. Un’altra volta, contro il Vicenza di Rossi, dopo un corner fischiò alla cieca nel mucchio, io mi misi a ridere e lui mi espulse. Lui era così”.
Domenica? “A Firenze hanno speso molto e sbagliato la squadra, debole in difesa, un po’ come il Bologna, ma con un ottimo centravanti, così come i rossoblù hanno Orsolini. Ai viola basta un pareggio. Sinisa, che mi piace perché ti carica tipo Mazzone, vorrà vincere: ha perso tanti punti per strada. Io dico pareggio”.

Di
Redazione LaViola.it