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Iachini il ‘martello’ riparte da grinta e compattezza: Beppe tiene ‘sul pezzo’ i suoi. In attesa di Rocco e del futuro

Iachini Fiorentina

Tante incognite prima del Genoa, ma la squadra è unita. Ora non deve mollare: salvezza tutta da conquistare. Poi Commisso dovrà prendere decisioni importanti

Gli interrogativi erano parecchi. Ma Beppe Iachini ha ricominciato con il piede giusto. Non solo per il punto che comunque fa rimettere la Fiorentina sulla strada giusta verso la salvezza (grazie anche ai risultati delle altre, è evidente), ma anche per la concentrazione e l’applicazione con cui il gruppo viola ha ripreso dopo la sosta e le dimissioni di Prandelli. Una reazione, visto il momento delicato, decisamente importante a Genova. Sia dopo il vantaggio rossoblu dopo pochi minuti (in altri tempi avrebbe tagliato le gambe), sia dopo il rosso a Ribery, quando la Fiorentina si è compattata. Con i giocatori che a vicenda si incitavano per restare ‘sul pezzo’ e non mollare. Arrivando alla fine a non concedere praticamente niente al Genoa nella ripresa.

‘MARTELLO’. Insomma, atteggiamento giusto. Non un aspetto banale, per una squadra che da questo punto di vista spesso ha lasciato a desiderare. Un merito non da poco in questo ce l’ha proprio Iachini. Definito, non a caso, ‘martello’ proprio dagli stessi giocatori. Le parole di Caceres, non un giocatore marginale del gruppo, dicono parecchio: “Adesso siamo tornati con Beppe, ci serve una persona che ci carica sempre. Nell’ultimo periodo le cose sono andate un po’ storte, ma il gruppo è consapevole di giocarsi tanto“, ha detto l’uruguaiano dopo l’1-1 di Marassi. Del resto, Caceres fu tra i primi proprio a definire ‘martello’ Beppe Iachini. Seguito dai vari Castrovilli, Dragowski, Kouame. Uno stile inconfondibile per l’ex mediano viola, che ha portato in panchina caratteristiche precise.

GRINTA. Iachini è definito un po’ da tutti specialista di situazioni complicate. Quando c’è da tirare fuori la grinta prima che la tecnica. Non a caso Beppe passò a pieni voti l’esame viola nella seconda parte della passata stagione, quando condusse la Fiorentina ad una salvezza anticipata in mezzo a mille difficoltà e con le mille incognite per il Covid (con i viola fortemente colpiti, tra l’altro). Mentre ha fatto ben più fatica all’inizio di questa stagione, quando gli si chiedeva uno step superiore (anche se la squadra, evidentemente, non era costruita a sua volta per lottare per qualcosa in più).

OBIETTIVO SALVEZZA. Ecco perché l’impressione anche dopo Genova è che Iachini sia l’uomo giusto per questo finale di stagione. Proprio per la sua capacità di motivare il gruppo verso un obiettivo nel breve termine. Restano nove finali, otto punti di vantaggio sul Cagliari con lo scontro diretto alla terz’ultima giornata. Riuscirà Beppe a portarsi in salvo magari anche prima dell’appuntamento del 12 maggio? Impresa difficile (ma non impossibile), visto il calendario che vede i viola sfidare Atalanta, Sassuolo, Verona, Juve, Bologna e Lazio prima di quell’incontro, ma anche i sardi se la vedranno con Inter, Parma, Udinese, Roma, Napoli e Benevento prima dei viola.

ASPETTANDO ROCCO. La missione principale di Iachini è quella di far restare mentalmente ‘sul pezzo’ giocatori che tra un paio di mesi hanno buone probabilità di lasciare Firenze. Da Milenkovic a Pezzella, ma non solo. Mentre è chiaro che, a fronte di una squadra che deve restare con la testa sull’obiettivo salvezza, ancora tutta da conquistare, nell’ambiente c’è attesa per capire che forma prenderà la prossima Fiorentina. In questo senso sarà decisamente importante il prossimo ritorno a Firenze di Commisso. Il presidente aveva rimandato ogni decisione, sia sul fronte allenatore, sia sul fronte dirigenziale, sia per quanto riguarda i rinnovi dei giocatori (Vlahovic su tutti, ora assolutamente da blindare).

ALLENATORE, NODO SPARTIACQUE. Rocco segue quotidianamente le dinamiche del mondo viola, si aggiorna e si coordina con Barone in primis. Ma è evidente che il suo arrivo a Firenze dovrà far partire la programmazione per la prossima stagione. Con il ruolo di Pradè ancora in bilico (va in scadenza, ma il ds potrebbe essere nuovamente confermato) e con il profilo del nuovo allenatore che deve essere ancora individuato. Da Gattuso a Simone Inzaghi, fino ad opzioni dall’estero, diversi i nomi circolati negli ultimi mesi. Ma la realtà è che ancora non è arrivata nessuna scelta precisa. E quindi non è facile farsi un’idea della prossima Fiorentina. Da nomi di prima fascia a tecnici che arrivano da esperienze in piazze importanti, fino a profili emergenti. Dal nuovo allenatore, e dall’assetto dirigenziale, si capiranno le ambizioni della Fiorentina che verrà. Perché errori ne sono stati fatti in questi due anni, tra alibi oggettivi (Covid e non solo) e scelte sbagliate. Lo dice il campo. Ma da giugno ci sarà modo di poter tirare una linea e ripartire. Con il futuro allenatore che sarà anche in qualche modo ‘garante’ della seconda fase dell’Era Commisso.

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