
«Lontana dagli occhi ma non dal cuore», scrivono gli ultrà romanisti che anche oggi diserteranno l’Olimpico, perché loro sono «contro il sistema». Lontani dagli occhi della Questura, ieri, sono entrati a casa della Roma, a Trigoria, e per qualche minuto hanno fatto quello che avrebbero voluto fare al Tre Fontane: sostenere la squadra, certo, ma innanzitutto sostenere la propria battaglia contro le barriere, in cui ormai sono rimasti soli (i laziali oggi ci saranno, come i romanisti meno «talebani»). Gara tuttavia a rischio ordine pubblico. Gli ultrà della Roma si terranno a distanza, speriamo, anche dai «colleghi» stranieri che si sono autoinvitati a questo derby: bulgari, inglesi, spagnoli, tedeschi. Un centinaio di uomini, in comune l’appartenenza all’estrema destra, a parte il gruppo del Tottenham, che muove i primi passi nell’Internazionale degli ultrà e, quindi, quale occasione migliore per scalare subito posizioni. Hanno tutti cattive intenzioni, ma la polizia da ieri li marca a uomo, e le possibilità di sgarrare senza essere beccati sono ridotte. Mille uomini delle forze dell’ordine, ottocento steward, barriere, perquisizioni, telecamere, scanner, almeno un paio di quartieri blindati e off limits alle macchine.

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Redazione LaViola.it