
Dopo il 3-0 alla Juve ci si aspettava una Fiorentina più propositiva, ma secondo Prandelli “la prestazione c’è stata”. Anche se senza tiri in porta
Se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, per Cesare Prandelli c’è ancora parecchio lavoro da fare. Doveva essere, quella di ieri, la gara nella quale dimostrare che l’impresa contro la Juventus, nell’ultima del 2020, non era stata frutto del caso ma, al contrario, la svolta verso un futuro migliore. E invece, alla prima del nuovo anno, la Fiorentina è parsa tornare indietro. Un grande avvio, un paio di belle occasioni, e stop. Uno 0-0 pallido, e che lascia i viola in bilico, ancora troppo vicini alla zona retrocessione. Così scrive il Corriere Fiorentino.
PASSO INDIETRO O NO? E pensare che, alla vigilia, Cesare Prandelli si era detto sicuro di aver scacciato la paura. E invece, la discesa, non è ancora cominciata. Certo, si può (anche) guardare il bicchiere mezzo pieno. I quattro risultati utili consecutivi (il pareggio di ieri, quelli con Sassuolo e Verona più il trionfo di Torino), la seconda gara di fila senza subire reti cosa che, in questo campionato, non era mai successo. Merito anche, per non dire soprattutto, di Dragowski. Anche ieri il migliore in campo. «Non penso che ci sia stato un passo indietro — ha detto Prandelli — almeno dal punto di vista della prestazione c’è stata continuità».
CALENDARIO. All’orizzonte, adesso, quattordici giorni particolarmente intensi. Mercoledì la Lazio (all’Olimpico), domenica il Cagliari (al Franchi) quindi, tre giorni più tardi, l’ottavo di finale di Coppa Italia con l’Inter prima di far visita al Napoli, il 17 gennaio. Due settimane nelle quali si capirà se ha ragione il mister, ad aver fiducia, o se il pareggio col Bologna di ieri debba suonare davvero come un nuovo campanello d’allarme.

Di
Redazione LaViola.it