
L’adattamento al calcio italiano per il difensore argentino si sta rivelando complicato, ma c’era da aspettarselo. Ci sarà tempo per emergere
Nonostante una prima parte di campionato molto difficile, la difesa della Fiorentina si è confermata fin qui il miglior reparto a disposizione di mister Prandelli. I viola sono al decimo posto tra le migliori difese della Serie A, con 21 gol concessi in 14 incontri. I pilastri Pezzella e Milenkovic continuano a essere imprescindibili; Caceres non ha certo brillato ma ha tirato fuori la miglior prestazione in maglia viola contro la Juventus; Igor è in crescita dal ritorno di Prandelli a Firenze. L’unico che al momento stenta a farsi notare è Lucas Martinez Quarta, difensore classe 1996 acquistato dal River Plate durante gli ultimi giorni del mercato.
La Fiorentina ha deciso di puntare molto sull’argentino: è stato il maggior investimento della campagna acquisti estiva, essendo stato pagato 6 milioni di euro più 6 di bonus nonostante mancasse un solo anno alla scadenza del contratto con il club di Buenos Aires. Il calcio italiano però non è come quello sudamericano, e Quarta sta oggi pagando lo scotto dell’adattamento a un calcio più ragionato e meno istintivo.
E dire che con Iachini in panchina l’ex River aveva subito trovato spazio. Dopo essere rimasto in panchina contro lo Spezia, l’ex tecnico gigliato lo aveva preferito a Igor e subito gettato nella mischia nella vittoria contro l’Udinese, complice l’infortunio di Pezzella al 52′. Una settimana dopo, vista la perdurante assenza del capitano gigliato, eccolo alla prima da titolare all’Olimpico contro la Roma, nuovamente da laterale destro della difesa a tre affiancato da Milenkovic e Caceres. Prestazione insufficiente, come quella di tutti i compagni, e ritorno in panchina.
In panchina il nazionale argentino ci è rimasto fino ad oggi, visto che non è più sceso in campo nemmeno per un minuto di gioco dopo la sfida dell’Olimpico. Con l’arrivo di Prandelli le gerarchie si sono invertite: ora è Igor la prima scelta se manca uno dei tre centrali titolari (oppure se Caceres viene dirottato sulla fascia destra come contro la Juventus). Le ragioni di tale atteggiamento da parte del tecnico gigliato, che peraltro sta venendo ripagato della fiducia su Igor con una crescita nel rendimento del brasiliano, non possono che essere di adattamento.
Il Quarta visto nelle uniche due uscite stagionali è apparso ancora incerto e confuso nel posizionamento in campo, oltre che troppo irruento in certe situazioni. Come detto, la Serie A italiana non è la Primera División argentina e l’adattamento ai meccanismi del calcio italiano (ed europeo in general) possono rivelarsi particolarmente complicati soprattutto per un difensore centrale, che a differenza di altri ruoli non può sbagliare niente in partita.
Chiaro che per Martinez Quarta le ultime panchine avranno avuto il sapore di una delusione. Ma non è certo il primo difensore proveniente dall’estero a dover fare la ‘gavetta‘. Alla prima stagione in viola, Milenkovic sedette in panchina per un intero girone prima di iniziare a emergere. Tempo ci volle anche a un altro difensore sudamericano come Vitor Hugo per trovare continuità.
La Fiorentina, come detto, ha investito molto sull’argentino e proprio come i tifosi conta di vedere progressi già nella seconda parte di stagione. Anche perché, vista la probabile partenza di almeno uno tra Milenkovic e Pezzella a fine campionato, l’investimento fatto su Martinez Quarta assumerà ancora più rilievo a partire dal 2021-22 e dovrà essere soppesato con la giusta dose di attenzione, visto che potrebbe andare a sostituire uno dei pilastri della difesa viola. Fin qui Prandelli non ha mostrato particolare interesse per il classe 1996, ma il nativo di Mar del Plata ha altre 25 partite per convincere il tecnico gigliato a puntare su di lui.

Di
Marco Zanini