
Dal pari di Bologna con Iachini al clamoroso 3-0 con la Juve di Prandelli: il 2020 della Fiorentina nell’Alfabeto viola di LaViola.it
A come… Agnelli. Partiamo così, da dove è finito l’anno. Da quel 3-0 che ha fatto sognare tutto il popolo viola. E disperare il presidente della Juve. Che già a febbraio era stato protagonista di diverse polemiche con Commisso. Fino alle ‘frecciate’ di Rocco: “Un povero immigrato dalla Calabria è dovuto tornare in Italia per finanziare gli Agnelli vendendo un giocatore a rate”, con riferimento a Chiesa. Ma anche A come Amrabat, l’investimento più oneroso di Rocco che pian piano si sta ritrovando.
B come… Barone Joe. Da ‘braccio destro’ di Commisso a direttore generale, primo anno intero passato a Firenze e un ruolo sempre più importante tra mercato ed extra campo. Come sul centro sportivo o sulla questione stadio, è stato lui a portare avanti le idee di Rocco a livello politico. Un rapporto strettissimo e trasparente con i tifosi, fino alle lacrime in quel pomeriggio della manifestazione per il nuovo stadio. Ma B anche come Biraghi, tornato in viola e subito protagonista (pur con qualche prova opaca).
C come… Chiesa. È stato il 2020 di Chiesa. Dai sorrisi ritrovati con Iachini alla fascia di capitano con la Samp a pochi giorni dal suo addio, fino al trasferimento ‘inevitabile’ alla Juve. Prima importante nella lotta salvezza, poi ceduto ai bianconeri con ricche polemiche. Sia per l’amarezza di Rocco (“Federico non è neanche venuto a salutarci”), sia per le parole di Pradè (“Per Enrico eravamo solo un veicolo. Ci siamo tolti un peso”). Ma C anche come Castrovilli, la sua 10 e un talento da far sbocciare. O come Cutrone, l’attaccante arrivato per risolvere il ‘mal di gol’ che dopo un anno è già ai saluti.
D come… Dragowski. San Bartolomiej ha salvato spesso la Fiorentina in questo anno complicato. Era rientrato dal prestito all’Empoli tra lo scetticismo generale, ma nel 2020 ha conquistato parecchi tifosi. Alla fine ha portato diversi punti ai viola. Ma D anche come Davide Astori. Sempre con noi, sempre con la Fiorentina. Con quella fascia che Pezzella e gli altri portano sempre con orgoglio al braccio.
E come… Eduard Dutu. Capitano della Primavera viola che il 26 agosto ha vinto la Coppa Italia di categoria, regalando il primo trofeo a Rocco Commisso. Proprio il difensore, tra l’altro, ha segnato il gol partita contro il Verona. Una grande gioia (tra le poche) in questo 2020.
F come… Firenze. La città che ha sofferto e sta soffrendo enormemente per questa crisi, ma che si è dimostrata come al solito solidale per i più bisognosi. Bellissime le iniziative dei tifosi, ad esempio, nel sostegno alle persone in difficoltà. Ma vicinanza costante, da parte della tifoseria viola, anche alla squadra, nonostante l’assenza forzata dagli stadi e una Fiorentina più volte in difficoltà di risultati. Ma F anche come Franchi, una questione annosa che tiene ancora in scacco la Fiorentina. In attesa di risposte da Franceschini, ministro del Mibact, che dovrà dare a breve risposta a Commisso sui punti da salvaguardare dell’attuale stadio.
G come… Giacomo Bonaventura. Uno degli innesti estivi che fin qui non ha reso quanto sperato. Aveva chiuso molto bene la stagione con il Milan, in viola invece non è fin qui riuscito a far vedere le sue qualità. Che comunque ci sono. Ma G anche come Giuseppe Commisso, il figlio di Rocco ormai presenza fissa a Firenze. Vicino alla squadra nella quotidianità, è stato lui ad alzare con orgoglio la Coppa Italia Primavera ad agosto.
H come… Help, ovvero l’aiuto che chiede ora Prandelli dal mercato. Una punta, in primis, da affiancare a Vlahovic. Ma anche un giocatore di talento tra fascia e trequarti, e magari un regista. Giocatori che, tra l’altro, aveva chiesto anche Iachini un anno fa.
I come… Iachini. Già, Beppe. Arrivato per salvare la barca Fiorentina dal naufragio, ha raggiunto la salvezza nello scorso campionato rimettendo in piedi una squadra che pareva persa. La conferma estiva, però, era arrivata un po’ a sorpresa, tanto che la decisione è stata rivista a novembre con l’esonero. Lui, da cuore viola, ci ha messo comunque l’anima. E il rapporto, e il rispetto per l’uomo, rimarrà sempre. Al di là dei risultati sul campo, che comunque parlano di 46 punti in 31 partite sulla panchina viola.
J come… Josè Callejon. Non il dopo Chiesa, ma comunque un giocatore che doveva garantire cross, assist e gol ad un attacco viola alla ricerca di qualità. Invece finora si è visto pochissimo, tra ritardo di condizione, Covid e moduli tattici che non lo hanno agevolato. Non ci si aspetta il Callejon dei tempi d’oro al Napoli, ma neanche il ‘pesce fuor d’acqua’ visto fin qui.
K come… Kouame. L’ivoriano è arrivato a gennaio per oltre 10 milioni di euro, da infortunato, ed è rientrato a luglio nel finale dello scorso campionato. Quest’anno ci si aspettava qualcosa in più, invece non ha saputo ripetere le ottime prove viste con il Genoa (ricordate il gol dello scorso anno contro la Fiorentina?). Tanto che ora si parla già di possibile addio.
L come… Lockdown. Una parola entrata purtroppo nel nostro vocabolario. Quello di marzo, che ha fermato anche il campionato, e quello di dicembre che ha cambiato nome in ‘zona rossa’, con effetti simili. Chiusure che hanno influito anche sulla Fiorentina, tra l’assenza dei tifosi negli stadi e un bilancio tornato in rosso. Ma L anche come Lirola, un altro acquisto pesante di Pradè che ha deluso. Tanto da finire spesso in panchina, e dietro a Venuti, nelle gerarchie di Prandelli.
M come… Milenkovic. Il giocatore con più minutaggio nel 2020 del campionato italiano, affidabile (quasi sempre) in difesa e spietato in area avversaria. Quattro i gol nel suo anno solare, e un rebus enorme per il suo futuro. In scadenza nel 2022, difficile arrivare ad un rinnovo di contratto. È destinato ad andar via a giugno, a meno di clamorosi ripensamenti. Ma sarebbe un vero peccato, per un centrale dal sicuro avvenire.
N come… Nedved. Il 2020 si è chiuso con l’immagine emblematica del biondo vicepresidente della Juve che abbandonava lo Stadium infuriato con l’arbitro. Eppure a febbraio, quando la sua Juve vinse 3-0 facendo arrabbiare Commisso, Pavel disse: “Siamo stufi, quando giocano con la Juve cercano sempre alibi. Noi vinciamo con merito sul campo. Queste dichiarazioni fanno male al calcio”. Aggiungendo: “Commisso dovrebbe prendersi un the caldo prima di parlare dopo la partita”. Frasi che fecero ancor più infuriare Rocco: “Nedved? Il the se lo prenda lui. Io non parlo con lui, ma con il presidente”.
O come… Operazione centro sportivo. Perché se la questione stadio resta apertissima, c’è un Viola Park che sta per nascere a Bagno a Ripoli. Il 2020 ha portato ad espletare (quasi) tutte le questioni burocratiche e a presentare il progetto definitivo. Una nuova casa della Fiorentina che vedrà mettere i primi mattoni ad inizio 2021 (nonostante qualche settimana di ritardo), con l’obiettivo di finire i lavori entro un anno. Un investimento da circa 80 milioni da parte di Commisso, per quello che sarà “il centro sportivo più bello d’Italia e non solo”.
P come… Pradè. Il ds che, dopo essere stato chiamato da Commisso al suo arrivo, è stato confermato a metà anno da Rocco. Ora il contratto è in scadenza a giugno 2021, ma il presidente viola ha ancora fiducia nel dirigente romano. In molti, però, lo hanno messo sul banco degli imputati per una Fiorentina che stenta a decollare. Visto anche che diversi acquisti, anche onerosi, non hanno reso. In realtà per molti motivi. Ora, con il mercato di gennaio, è chiamato a correggere in corsa una squadra che era partita con altre prospettive. Seguendo anche le indicazioni di Prandelli, altra P, tornato a Firenze dopo 10 anni e subito immerso nelle difficoltà viola. Da quel “alla firma ho detto che mi chiameranno loro tra tre mesi per rinnovare”, e “decimo posto come base di partenza“, al realismo con “arriviamo in fretta a 40 punti” e “scordiamoci il calcio spettacolo e caliamoci tutti nella nuova realtà”. A Torino però ha regalato la gioia più grande ed insperata. Ora si attendono conferme.
Q come… Quarta. Oltre sei milioni (più 6 di bonus) spesi in estate per un acquisto ‘intelligente’, viste le situazioni di Milenkovic e Pezzella per il futuro. Nazionale argentino, è stato subito buttato dentro da Iachini in un paio di partite, poi non s’è più visto. Anche perché sia Beppe che Prandelli cercavano poi certezze alle quali appigliarsi per tirarsi fuori dalla zona retrocessione. Per ora resta un oggetto misterioso.
R come… Rocco Commisso. Dal grande entusiasmo con cui arrivò nel 2019, a più di una scocciatura in questo lungo anno complicato. Da qualche ritardo per il centro sportivo ai ‘rimpalli’ per lo stadio, fino ad una squadra che per ora non è riuscita a costruirsi una base su cui poggiare un futuro “ambizioso”. Come vorrebbe Commisso. Da quel rischio di “vivacchiare” senza lo stadio, ai progetti con numeri alla mano portati nelle sedi politiche, per far capire quanto un nuovo stadio potrebbe agevolare la ripartenza della Fiorentina ma anche di Firenze come città, tra posti di lavoro in più e indotto economico. Fino ai risultati del campo, dall’obiettivo “parte sinistra” a una classifica che per adesso fa ancora paura. Un anno del ‘ciclone Rocco’ tra qualche scelta discussa (conferma di Iachini su tutte) e attacchi più o meno diretti a politici, ministri, soprintendenti e critici in generale per una Fiorentina che è ancora a lottare per salvarsi. Ma R anche come Ribery, il campione che ha illuminato le grigie serate calcistiche fiorentine con anche qualche passaggio a vuoto. La Fiorentina è ancora lui: quando gira, trascina tutti. Quando è assente, la Viola fatica enormemente.
S come… Salvezza. Quella rincorsa nello scorso campionato, quella agognata anche in questa prima parte di stagione. Ora la Fiorentina è a +4 sul Genoa, dopo essersela vista bruttissima proprio nello scontro diretto con il rossoblu al Franchi. La voglia generale di tirarsi fuori al più presto dalle sabbie mobili, ma non sarà per niente scontato. Ma S anche come Sottil, quel ragazzo che a Firenze non aveva spazio e che a Cagliari è rinato. Trovando fiducia, giocate e gol. I sardi lo vorrebbero tenere, per la Fiorentina è un patrimonio da riportare a casa a fine stagione. Mettendolo però in condizioni di rendere al meglio nella Viola che verrà.
T come… Tempo, quello che chiede Commisso ai tifosi e alla piazza fiorentina. “Nessuno ha fatto questi risultati al primo anno di presidenza”, aveva detto Rocco in estate. Dal “fast, fast, fast” al “datemi tempo”, Commisso si è scontrato più volte con la lentezza della burocrazia italiana sulle infrastrutture e con le difficoltà del calcio italiano sul campo.
U come… Una punta. Quella che dovrà arrivare nei prossimi giorni di mercato. Caicedo pare il favorito, e forse trovare di meglio non sarà facile. Ma occhio alle sorprese. Con la partenza di Cutrone, comunque, qualcuno arriverà. Stavolta però bisognerà cercare di non sbagliare. Dopo Boateng, Pedro, lo stesso Patrick e pure Kouame, la Fiorentina ha bisogno di un centravanti dal rendimento sicuro. Che possa giocare con Vlahovic o in alternativa al serbo.
V come… Vlahovic, appunto. Sette gol in 34 partite nel 2020 con la Fiorentina, tre di fila nelle ultime tre gare giocate. Un’annata in chiaroscuro per Dusan: sembrava in rampa di lancio dopo quel gol spettacolare all’Inter, poi dopo il Covid e la ripresa del campionato ha perso fiducia e giocate. Con quel rosso contro la Lazio che ha fatto incrinare qualcosa anche nel rapporto con Iachini. Il rinnovo che pareva scontato e che in realtà deve ancora arrivare, fino alla fiducia incondizionata avuta da Prandelli. Da lì è ripartito il giovane classe 2000, ora di nuovo punto fermo della Fiorentina. Ma V anche come Valero. Il Borja di ritorno, con il cuore, con le coordinate di Ponte Vecchio tatuate sul braccio. Certo, non sarà il giocatore che aveva strabiliato tutti qualche anno fa, ma la sua la può ancora dire. Lo ha dimostrato con la Juve, e magari la nuova versione di regista potrà aprirgli nuovi scenari.
W come… Win. La vittoria contro la Juve. La Vittoria per eccellenza. Una chiusura d’anno fantastica. Solo il Real Madrid aveva vinto 3-0 allo Stadium, nessuno c’era riuscito per due volte (anche con Montella nel 2015 in Coppa Italia). Un successo storico e clamoroso.
X come… X IL 2021. Inteso come ‘Per’. Come in una lettera di buoni propositi: che sia un anno con più soddisfazioni. Prima fuori dal campo, ovviamente, ma la speranza è anche quella di vedere una Fiorentina che faccia meno ‘patire’, anche se il destino dei tifosi viola è sempre quello. In un modo o nell’altro.
Y come… Yreme. No, non siamo pazzi. Ma era effettivamente complicato trovare qualcosa con la Y. E allora… Yreme è il contrario di Emery. Un nome su tutti per la lunga lista di allenatori associati alla panchina viola. Lo spagnolo è stato a lungo accostato alla Fiorentina in estate, un po’ come altri profili stranieri come Blanc. Ma è in Italia che si sono rincorse tante ipotesi: Sarri su tutti, ma anche Spalletti e Mazzarri. Fino a Juric. Lui sì, molto vicino in estate, prima della conferma di Iachini.
Z come… Zero. Come i tifosi presenti allo stadio da marzo. Un lungo anno senza Fiorentina per i quasi 30 mila che ogni partita, nonostante tutto, erano presenti al Franchi. Così come i tanti in trasferta. Un’annata ancor più dolorosa per chi vive di Fiorentina, per chi non può vedere dal vivo quelle undici maglie viola. Purtroppo la luce, in questo senso, non sembra vicina. Anche ad inizio 2021 non sembrano esserci prospettive per riaprire gli stadi. Ma senza tifosi non è certo il solito calcio.

Di
Marco Pecorini