
Dopo l’impresa con una grande, ora serve continuità contro una piccola come il Bologna. Le sette partite di gennaio ci diranno se la Fiorentina è in via di guarigione
Sta per chiudersi il 2020, l’annus horribilis. Finalmente volge al termine l’anno che passerà alla storia per la pandemia da Coronavirus. L’anno che ci ha relegato in casa mentre ci venivano portati via i nostri cari senza neanche la possibilità di stargli accanto nei momenti finali della loro vita. Non sarà un 2021 facile, ma la speranza del vaccino e di qualche nuova cura (anticorpi monoclonali?) ci fanno auspicare che possa essere l’inizio della fine di questo incubo. Profanamente parlando, come sempre quando si parla di calcio, anche per la Fiorentina il 2020 è stato un anno amaro e anche dal 2021 viola ci si augura finalmente una ripresa.
Il complicato anno solare dei viola segue un trend iniziato prima dell’avvenire dell’era Commisso. Un trend che vede la Fiorentina faticare tremendamente nel tentativo di tornare ad occupare le posizioni di classifica che per storia le competono, rimanendo anzi da tre stagioni invischiata nella lotta per non retrocedere. Il campionato attuale ha fin qui tristemente seguito l’andamento delle ultime stagioni, fino alla clamorosa vittoria per 0-3 contro la Juventus.
GENNAIO NERO. Che quella vittoria sia stata la svolta o meno della stagione ce lo dirà con tutta probabilità il gennaio nero che aspetta la Fiorentina. Sette partite in 26 giorni, sei di Serie A e una di Coppa Italia, ci diranno se davvero l’impresa dell’Allianz Stadium ha cambiato le sorti del campionato della Fiorentina o se si è trattato solamente di un exploit isolato.
La prima parte del mese è la più complicata, con cinque sfide in due settimane: si parte col Bologna domenica 3, poi la Lazio all’Olimpico nell’infrasettimanale dell’Epifania. Si prosegue domenica 10 con la sfida casalinga col Cagliari, tre giorni dopo a Firenze arriva l’Inter per gli ottavi di Coppa Italia. Infine, il Napoli in trasferta il 17 gennaio che chiude il tour de force delle partite ogni tre giorni, mentre il mese volge al termine con l’ultima del girone di andata al Franchi col Crotone e la prima del girone di ritorno a Torino il 29 gennaio.
ESAME ‘PICCOLA’. Tanti avversari complicati, una prima metà del mese senza respiro, Non sarà una passeggiata per gli uomini di Prandelli. A cominciare dal Bologna di Mihajlovic. C’è tanta curiosità nella sfida contro i rossoblù, perché la Fiorentina ha spesso giocato peggio contro squadre sulla carta inferiori (o alla pari) rispetto agli incroci con le big. Questione di motivazioni diverse e soprattutto di atteggiamento. Per una squadra senza un’identità di gioco precisa come la Fiorentina, giocare sull’avversario è molto più vantaggioso che essere costretta a impostare la partita. Ecco che il derby dell’Appennino è una partita in cui la Fiorentina dovrà dimostrare di poter fare anche la partita e non solo aspettare gli avversari. Magari riproponendo Borja Valero in cabina di regia per dare più qualità alla manovra, a patto che lo spagnolo stia bene fisicamente.
Il Bologna ha solo un punto in più dei viola in classifica e non viene da un periodo particolarmente esaltante. Dopo le cinque sberle subite dalla Roma il 13 dicembre, la squadra è andata in ritiro punitivo e ha totalizzato tre pareggi consecutivi contro Spezia, Torino e Atalanta. L’ultimo tra questi, quello con i bergamaschi, assomiglia a una vera e propria impresa, visto che i felsinei hanno rimontato due reti di svantaggio a una delle squadre più forti del campionato. Il morale non sarà dunque a terra e la partita è aperta, visti i valori interessanti della squadra di Mihajlovic, soprattutto dalla trequarti in su. Sulla carta i viola partono leggermente avvantaggiati, ma i primi 3 mesi di questo campionato ci dicono che la Fiorentina è una squadra sulla quale è difficile scommettere, nel bene o nel male.
CERCASI CONTINUITÀ. Non poteva esserci miglior medo che uno 0-3 agli storici rivali per allietare il morale dei tifosi viola, fino a quel momento ricolmo di tristezza e depressione per i risultati sportivi. Ma le cose non cambiano per magia e la Fiorentina continua a essere in una posizione di classifica pericolosa. Prandelli ha trovato la prova di carattere e spregiudicatezza (non certo tattica, ma comportamentale) che si auspicava. Ora la squadra deve dimostrare di essere davvero cresciuta. Ovvero, la Fiorentina deve riuscire a mostrare una qualità che manca da tempo immemore sulle rive dell’Arno: la continuità.

Di
Marco Zanini