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Il dilemma di Cesare: la continuità di Vlahovic o la prima chance a Cutrone

C’è da scegliere in attacco, Prandelli alle prese con un ballottaggio che adesso si fa molto serrato. I supplementari di Cutrone in coppa sono piaciuti

Il dubbio di Cesare Prandelli è quello un po’ di tutti. Quando non hai il centravanti titolare indiscusso che spacca le reti a suon di gol, succede che ad un certo punto convenga fermarsi a riflettere. Lo sta facendo il tecnico di Orzinuovi, che non ha dubbi sul potenziale futuro di Dusan Vlahovic, ma il presente impone un bivio: continuare a puntare su Vlahovic dandogli continuità o lanciare Cutrone dal 1’ a Milano dopo la buona prova con assist (nei supplementari) contro l’Udinese?

DOPPIA CHANCE. La domanda è questa, la riflessione che si sviluppa è la seguente. Se la Fiorentina avesse il tempo di aspettare il suo giovane centravanti il dilemma non si porrebbe. D’altro canto la scelta della società è stata chiara: Vlahovic rappresenta presente e futuro. Se davvero così è, e non c’è ormai motivo di dubitarlo, è chiaro che al centravanti serbo debba essere concessa continuità. Partite, occasioni, gol sbagliati, minuti in campo. Tutto quanto possa contribuire a costruire il bagaglio del vero centravanti. Prandelli lo ha sempre mandato in campo dall’inizio, in campionato contro il Benevento e mercoledì a Udine in Coppa Italia. Bottino scarso. Prova anonima in campionato e gol clamoroso sbagliato alla Dacia Arena, che per gravità fa il paio con quello di San Siro contro l’Inter. Due gol, tra l’altro, che sarebbero stati pesanti per motivi diversi.

CUTRONE SPERA. Già, ma la Fiorentina ce l’ha il tempo e la possibilità di aspettare Vlahovic? Altra domanda, difficile la risposta. Il campionato corre, i punti passano ed a questa squadra servono come il pane. D’altra parte non è neanche detto che con Cutrone le cose possano migliorare. Giusto, ma l’ex Milan qualche chance vera la meriterebbe. Ragazzo serio, mai polemico, sempre a disposizione. Quando gioca dà tutto, soprattutto per i compagni. E’ vero che non siamo di fronte (purtroppo anche in questo caso) ad un bomber, ma la sua serenità di questo momento potrebbe essere d’aiuto. D’altra parte uno dei problemi di Vlahovic è chiaramente mentale: ogni partita scende in campo come se dovesse dimostrare qualcosa a se stesso ed agli altri. Difficile giocare sempre con questa pressione addosso. Per fare il 9 della Fiorentina serve anche saper sopportare certe pressioni. Oggi, forse, meglio avere sulle spalle il 63. Meno responsabilità, più tranquillità. Tocca a Cesare decidere, ben sapendo che ogni scelta porta con sé pregi e difetti. D’altra parte il bomber che spacca le reti adesso non c’è.

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