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Rassegna Stampa

Il mental coach: “Dalla delusione alla rabbia positiva. Ribery e Iachini…”

Iachini Fiorentina

Stefano Tavoletti spiega come reagire ad una batosta psicologica come quella per la rimonta a San Siro contro l’Inter

Servono nervi saldi e sangue freddo per rialzarsi da una mazzata come quella presa sabato a San Siro dalla Fiorentina. A spiegarlo è Stefano Tavoletti, mental coach affermato per calciatori professionisti e consulente di allenatori che ha analizzato la sconfitta viola contro l’Inter: un ko che può solo essere un episodio ma che, se non gestito al meglio, rischia di lasciare strascichi pesanti già dalla prossima gara: «Quando subisci rimonte il rischio è portarsi dietro stati emotivi disfunzionali come la demotivazione – dice a La Nazione -. Essere in vantaggio all’85’ spesso nasconde insidie in quanto il giocatore rischia di sentirsi appagato, finendo così per cadere nella trappola della superficialità. Quando si avvicinano situazioni pericolose si innescano fenomeni ansiogeni che portano respirazione accelerata, innalzamento dei battiti cardiaci e gambe pesanti. In questi casi è importante riuscire a mantenere il focus sulla prestazione, evitando di pensare a fattori distraenti».

POSTUMI DEL KO. «Sconfitte come quella di Milano possono nascondere il seme di un riscatto. Il problema nasce se il giocatore non riesce a resettare in fretta ma si identifica troppo sull’accaduto: c’è il rischio di farti appiccicare dall’esterno l’etichetta di squadra fragile, che non sa gestire i momenti cruciali».

LEADER. «La presenza di calciatori esperti può aiutare i più giovani a superare simili momenti. Campioni come Ribery sono leader per natura e sanno come tenere la mente libera e sgombra di pensieri improduttivi, conoscono come usare al meglio la mente in partita e mantenere la concentrazione nei momenti cruciali».

ALLENATORE. «La gestione di un ko ha bisogno di riflessioni da parte del tecnico, partendo da un’analisi di quello che è successo senza farsi prendere da sentimenti pessimistici ma focalizzandosi sulle cose positive. Una sconfitta non è sempre qualcosa di negativo: spesso nasconde opportunità per crescere, a condizione che il calciatore sappia mettersi in discussione trasformando la delusione in rabbia positiva»

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