Iachini ha spostato il gioco dal centro alle fasce: Biraghi è stata una spina costante per il Toro, Chiesa ha costruito l’azione del gol
“Noi in corso di gara non giochiamo con un vero e proprio regista, spesso giochiamo a due per alzare un trequartista dietro le punte. Vogliamo essere meno prevedibili possibile“. Così Beppe Iachini ha commentato ieri sera la prestazione del suo centrocampo e in particolare il ruolo di Duncan. Piazzato davanti alla difesa e non da mezzala come in altre occasioni, una situazione già provata nelle precedenti amichevoli alla luce della squalifica di Amrabat. Il ghanese ha risposto con una prestazione ordinata e solida, fatta più di muscoli che di idee. In maniera piuttosto ovvia, visto che non ha certo caratteristiche ‘alla Torreira’. Ma l’ex Sassuolo ha dato il suo bel contributo in mezzo al campo (solo quando ha provato a fare qualcosa in più, è incappato in un paio di errori grossolani).
SUGLI ESTERNI. Pur non distribuendo tantissimi palloni, in relazione alla posizione occupata. 60 i palloni giocati in 100′ disputati da Duncan, secondo i dati della Lega Calcio. Numeri che mettono in evidenza come, in assenza di un vero regista, l’azione della Fiorentina sia passata spesso… dagli esterni. Biraghi a sinistra e Chiesa a destra, 74 palloni giocati per il primo, 73 per il secondo. I dati più alti tra i viola. E se Federico ci ha messo un po’ per dare qualità alle sue giocate, l’ex Inter invece è stato una spina nel fianco del Torino dall’inizio alla fine. Più volte ha fatto partire lui l’azione, dialogando con Ribery e Castrovilli. Per poi riuscire con continuità a rifinire dalla sinistra, con cross di qualità per Kouame e gli altri.
AZIONI. Aveva anche trovato il gol, Biraghi, ma l’urlo di gioia è stato contratto dal fuorigioco segnalato tra assistente e Var. Mentre dalla parte opposta Chiesa ha poi costruito l’azione che è valsa i tre punti. Meno spazio per le due mezzali, Castrovilli e Bonaventura, che hanno giocato solo 46 e 48 palloni. Stesso trend per Ribery, meno nel vivo del gioco rispetto ad altre uscite. In attesa di Amrabat, insomma, Iachini ha spostato il gioco sulle fasce. Su 54 azioni d’attacco, 29 sono passate dalla sinistra, 17 dalla destra e appena 8 dalla zona centrale.
BARICENTRO E POSSESSO ALTO. Il possesso palla (53% alla fine) ha premiato i viola specie nel secondo tempo, con un baricentro della squadra che è stato sempre piuttosto alto (sui 55 metri nel primo tempo e sui 58 nella ripresa, contro i 42 metri nei due tempi del Torino). Con la Fiorentina che ha saputo gestire palla più nella metà campo avversaria (quasi 19′ totali) che nella proprià metà (14′), mentre il Torino ha gestito il possesso per lo più in fase arretrata (solo 5′ nella metà campo viola). Un’impostazione, sulla base di un 3-5-2 che poi diventava 3-4-1-2 (anzi, 3-1-4-2 in fase d’attacco), che ha premiato Iachini. Che, non avendo un regista classico, ha puntato parecchio (quasi tutto) sulla spinta degli esterni.




Di
Marco Pecorini