
Dal sogno all’incubo in Spagna per Neymar, che rischia due anni di carcere e dieci milioni di multa per i presunti ‘traffici’ che portarono al suo trasferimento tre anni fa dal Santos al Barcellona. Il passato, che sembrava dimenticato tra i fasti e le favolose prebende in blaugrana, pesa ora come un macigno sulle spalle della stella brasiliana, sotto processo a Madrid con l’accusa di corruzione.
Alla sbarra ci sono anche il padre-manager, la madre Nadine, il presidente del Santos, Odilio Rodrigues, e l’ex n.1 del Barcellona, Sandro Rosell. Questi ultimi rischiano anche più del giocatore, almeno dalle richieste della Procura della Audiencia Nacional, tre anni per il brasiliano e ben cinque per il catalano, oltre a multe salate per le due società Ancor più severe, quasi da choc, sono invece le richieste di condanna avanzate dai legali del fondo di investimento brasiliano Dis, che deteneva il 40% dei diritti del calciatore e che l’anno scorso ha avviato la causa: cinque anni di carcere e altrettanti di squalifica dalla sua attivita’ per Neymar, altrettanti per il padre, otto anni per i due presidenti (cinque per corruzione e tre per truffa), oltre ad un megarisarcimento, fino a 195 milioni di euro, a carico del Barcellona.
Il fondo Dis ritiene di essere stato vittima di una truffa quando, nel 2011, il Barcellona promise 40 milioni di euro ai Neymar, anticipandone dieci, per garantirsi l’arrivo del giocatore nel 2014. L’accordo segreto escluse sia il Santos, sia il fondo Dis, che, sempre secondo l’accusa, fu anche danneggiato da due contratti ‘fraudolenti’ sottoscritti dal Barcellona e dal Santos per coprire sotto altre voci il pagamento del giocatore, parte del quale doveva andare allo stesso fondo. A uscire per il momento dalla lente della procura è l’attuale presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu – allora vice di Rosell – per il quale è stata chiesta l’archiviazione in quanto ‘ignaro’ degli accordi segreti tra le parti.
La scorsa estate la vicenda, denominata “caso Neymar 2” sembrava dovesse finire in una bolla di sapone, in quanto il giudice della Audiencia Nacional Jose’ de la Mata aveva deciso di archiviare tutto ritenendo che secondo nel mondo del calcio è “abituale” un precontratto come quello firmato da Neymar. Ma il sollievo è durato poco, perché un’altra corte lo scorso settembre ha contestato l’archiviazione e ordinato che il procedimento continuasse. La palla ora passa alla difesa, che però non la specialità del fuoriclasse verdeoro.

Di
Redazione LaViola.it