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PAGELLONE VI.IT – Dirigenza e panchina: Beppe da sette. Pradè da rivedere

Le pagelle dei dirigenti viola al termine della stagione. Si termina con la dirigenza, dove Commisso e Barone spiccano. Pradè da rivedere

Fine stagione, al termine di un’annata complicata e anomala per il coronavirus, è tempo di bilanci e pagelle in casa Fiorentina. Dopo la squadra ecco i voti alla dirigenza.

IACHINI VOTO 7 La sua missione era portare la barca viola in porto. E l’ha centrata con quattro turni d’anticipo. Qualcuno potrà dire che con la rosa che aveva a disposizione, ottenere almeno la salvezza, non era altro che il minimo. E può avere anche ragione. Ma non era affatto scontato. Non avrà divertito. Non avrà fatto vedere trame di gioco ricercate o spumeggianti. Alcune partite hanno fatto addormentare. Altre hanno fatto pena e misericordia. Ma il suo compito non era far giocare la sua Fiorentina come il City o il Barcellona. E’ arrivato prendendo una squadra che non correva, o lo faceva male, dovendo rifare da zero la preparazione atletica. Ha trovato uno spogliatoio a pezzi, una difesa che prendeva una valanga di gol, senza Ribery infortunato, e senza Chiesa. Ha rigenerato anche a livello caratteriale lo stesso 25 viola, ridato sicurezza ad una Fiorentina che aveva intrapreso una pericolosa deriva. Ha fatto punti (media da 1,5 a partita)vincendo a Napoli, pareggiando con l’Inter, dilagando a Marassi, e trasformato la difesa viola da banda del buco a muro finendo la stagione nella parte sinistra della classifica. Il tutto in mezzo a mille anomalie, con la rosa più colpita dal covid-19 (Iachini stesso), e con voci su un suo successore che si sono rincorse fin dal primo giorno in cui è stato preso dalla stessa Fiorentina. Certo in casa ha vinto pochissime partite. E l’identità di gioco a molti non sarà piaciuta. Sul valore del suo credo calcistico si può discutere. Ma la sua missione era un’altra. Ed è anche riuscito ad ottenere la conferma sulla panchina viola. Una seconda chance, per il lavoro svolto, se la meritava.

COMMISSO VOTO 7 Accolto come il ‘liberatore’ di Firenze, dopo il ventennio di presidenza Della Valle, ha conquistato subito tutti. Ambizione, e investimenti da 300 milioni di euro nel giro di pochi mesi tra acquisto del club, centro sportivo, sponsorizzazione e mercato. Difesa a oltranza del popolo viola dinanzi ad errori arbitrali e polemiche. Voglia conclamata di far crescere la Fiorentina e Firenze con investimenti necessari e pesanti. La battaglia per lo stadio, quella recente sul centro sportivo, quella contro la Juventus dopo quel 3-0 pieno di errori arbitrali, e quella per trattenere Chiesa appena sbarcato in Italia. La battaglia al coronavirus attraverso la raccolta fondi ‘forza e cuore’ ha ottenuto donazioni per 872 mila euro, con partecipazioni anche dall’America dove Commisso si è speso in prima persona per supportare tale iniziativa di sostegno a Firenze e agli istituti sanitari che qui stavano lottando in prima linea contro il virus. Senza dimenticare la partnership col Meyer. Certo ha commesso anche vari errori. In buona fede ma pur sempre errori. Come la conferma di Montella e l’allontanamento tardivo dello stesso ex tecnico viola. Come aver voluto tenere Chiesa a tutti i costi, con una perdita economica e un rendimento sul quale il malumore del 25 viola ha sicuramente inficiato. Che la burocrazia fosse un problema per le infrastrutture in Italia e a Firenze, forse avrebbe dovuto saperlo. A maggior ragione se la costruzione di un nuovo stadio è considerata una priorità assoluta per la crescita del club che vai ad acquistare. Firenze non è Udine, e l’Italia non è l’America, dove in mezzo al nulla puoi prendere, buttare giù, e ricostruire. Anche se aver perso mesi e mesi dietro a soluzioni non praticabili non è certo dipeso da lui. Così come l’essersi scontrato con realtà che neanche poteva immaginare che esistessero. Le intenzioni sono ottime, la voglia di far crescere la Fiorentina anche. E a chi fa paragoni con la precedente gestione è bene ricordare che solo tra 17 anni sarà possibile farne. La voglia di vincere c’è, nonostante qualche dichiarazione negli ultimi giorni abbia il sapore del ridimensionamento. Nella conferma di Iachini c’è tanto del suo. E solo il senno del poi dirà se Commisso ci abbia, o meno, visto giusto.

BARONE VOTO 7 Impegnato a 360° su ogni minimo fronte della vita della Fiorentina. Dall’evento di beneficenza agli incontri per il centro sportivo, per lo stadio, con le istituzioni politiche di ogni fronte, con la politica del pallone, sulla gestione di rinnovi, incontri di mercato, sulla Fiorentina maschile e femminile. Su tutto. Anche negli incontri col tifo, che ha messo al primo posto fin dai primi giorni dal suo arrivo a Firenze con quella maglia: “non c’è vita senza voi”. A muso duro quando c’era da usare il pugno di ferro, con la carezza quando c’era da alleggerire. Da braccio destro di Rocco a direttore generale, con la voglia di provare ad entrare nel palazzo con incarichi in Lega. Al primo tentativo non è andata benissimo. Ma ci riproverà. La scalata è stata rapida. E con tanta voglia di continuare a lavorare.

PRADE’ VOTO 6 Mille alibi la scorsa estate, diversi a gennaio, e forse ce ne saranno anche in questa strana estate che è già partita. Ma il giudizio sul ds viola è il classico: da rivedere. Fosse stato per lui Montella non sarebbe stato riconfermato. Fosse stato per lui alcune situazioni delicate sarebbero state risolte in altro modo (Chiesa su tutti). Di soldi ne ha spesi forse troppi per qualche elemento che ha reso sotto le aspettative. Aver preso Amrabat a gennaio è invece un colpo che fa risalire la sua pagella. E che fa da contraltare ai tanti flop come Pedro, Boateng, Badelj. Molti altri calciatori sono invece ancora da valutare come i vari Pulgar, Lirola, Duncan, Cutrone, Agudelo ed altri che la Fiorentina ha pagato in maniera importante ma che andranno rivisti in un contesto differente. Tanti rinnovi importanti, così come azzeccata è stata la scelta di puntare su Dragowski a inizio anno. Su Ribery ci ha lavorato per un mese intero. Quest’estate sarà la sua. O la sua avventura bis da ds viola svolta, con magari due/tre innesti che facciano fare il salto di qualità che la Fiorentina si aspetta per il prossimo campionato, oppure dovrà essere rivista anche la sua posizione. Ha ancora delle cartucce da sparare, e guardare il bicchiere mezzo pieno costa la stessa fatica che guardarlo mezzo vuoto.

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