Iachini, barca quasi in porto. Cinque punti aggiunti di margine rispetto a Montella sulla B. Media migliore. Ma serve ben altro per il futuro
‘Mamma mia’, al quale aggiungerci un ‘che pena’. La reazione dei più non può essere che questa nel veder giocare la Fiorentina. Il punto rimediato contro il Cagliari non è poi così da buttare in ottica classifica. Ma la prestazione fornita dai viola va ad aggiungersi a quelle pessime al Franchi con Sassuolo, Genoa, Spal ed altre che hanno portato più o meno punti, ma con lo stesso patema d’animo in attesa del fischio finale.
GIOCO. Male, malissimo, nella costruzione del gioco. Ancora peggio nella fase realizzativa. Chi tira lo fa male, e in molti neanche arrivano alla conclusione. Ok che si gioca ogni tre giorni, ok gli acciacchi, ed altri cento possibili alibi. Ma che su tutto ciò pesino la mano della guida tecnica è fin troppo chiaro.
BARCA IN PORTO. Eppure, i numeri, dicono altro. Beppe Iachini è arrivato in sella alla Fiorentina quando le cose andavano pure peggio. La sua missione era chiara: portare la barca in porto, e provare a costruire qualcosa per l’anno della risalita, quello venturo, in cui la Fiorentina lotterà per l’Europa. O almeno questa è l’idea e l’ambizione manifestata dai vertici viola. A parole, e con i fatti, perché Amrabat è già stato preso. Ed altri acquisti importanti verranno fatti. Il porto si chiamava salvezza. Che oggi ci sembra fin troppo riduttiva come missione, ma che quando arrivò Iachini non lo era affatto. E quel porto è sempre più vicino. Sicuramente più vicino di quanto non lo fosse quando venne cambiato l’allenatore a dicembre. E per portare la barca in porto non lo si poteva certo fare dando spettacolo. Quella Fiorentina non correva, prendeva una valanga di gol, segnava pochissimo, ed aveva dinanzi a sé il rischio di finire concretamente nella classica annata in cui la paura può rischiare di fare brutti scherzi.
IACHINI VS MONTELLA. I numeri, dicevamo. Quando venne esonerato Montella la Fiorentina aveva appena perso 1-4 in casa con la Roma. Aveva tre soli punti di vantaggio sulla zona B, ed una delle peggiori difese del campionato.
Media punti (stando al solo campionato) di un punto a partita per la Fiorentina dell’aeroplanino, che se avesse continuato con quel trend avrebbe avuto ad oggi 31 punti, con la zona B ad un passo.
Con Iachini, dopo qualche acuto, come la vittoria a Napoli o quella contro la Samp, le prestazioni sono addirittura peggiorate. Ma la classifica no. Adesso, i viola, sono a più 8 sulla zona B. Con dunque, 5 punti di margine in più aggiunti dalla cura Iachini.

Media punti (stando al solo campionato), superiore rispetto a quella di Montella con 1,29 p/p. Se Iachini fosse stato da inizio anno in panchina la Fiorentina avrebbe 40 punti.
L’ANNO SCORSO. La barca, ancora, non è tuttavia attraccata nel porto. La B è un’ipotesi adesso molto più remota, ma comunque ancora da non sottovalutare. L’anno scorso, Pioli dette le dimissioni proprio dopo la 31° giornata. E con Montella i viola misero a referto solamente due punti nelle ultime 7 gare di campionato. Che oggi forse basterebbero, comunque, per rimanere in Serie A, ma non è detto. La soglia di guardia deve dunque restare alta.
FUTURO. Per il futuro, tuttavia, servirà ben altro per la Fiorentina. ‘Palla a Ribery e poi vediamo’ non può bastare. Vincere così poche partite in casa, meno ne hanno vinte solo le ultime due della classifica, non può sposarsi con le ambizioni di Commisso. Per lottare per le zone medio alte della classifica serve ben altro. Sia nelle idee tattiche, negli schemi, nella costruzione di gioco, nella fase realizzativa, nell’organizzazione della manovra. Tutti concetti che spettano all’allenatore. Stare chiusi dietro e ripartire riesce più o meno a tutti. La differenza la fai quando batti le squadre che stanno chiuse. Con il guizzo del singolo? Anche. Ma non esclusivamente.
ROSA E TECNICO. Che manchi qualità in mezzo al campo a questa Fiorentina è evidente. Così come che manchi una punta in grado di buttarla dentro. Anche dal niente, in modo improvviso (come fa Muriel, giusto per fare un esempio), ma anche attraverso una manovra offensiva (come fa il Sassuolo, o l’Atalanta). E non sarà ‘tutto sbagliato, tutto da rifare’. Ma di lavoro, per gli uomini mercato, ce ne sarà da fare in abbondanza anche questa estate. Sia nella scelta dei calciatori da acquistare, che nella scelta del tecnico che possa farti fare un salto di qualità che con Iachini c’è stato solo parzialmente a livello di numeri. Ma con una rosa che forse, a questo benedetto porto, per le qualità che ha (e con i 70 milioni investiti a gennaio sul mercato) avrebbe potuto arrivarci anche quasi da sola. D’altronde, Iachini, era stato preso proprio per questo: evitare un epilogo impensabile, che si era fatto, invece, più concreto che mai.

Di
Gianluca Bigiotti