“Paquetà e Belotti? Senza lo stadio di proprietà e senza aumentare i ricavi non si possono avere buoni giocatori”. Rocco, le ambizioni e la questione nuovo stadio…
“Paquetà e Belotti? Senza lo stadio di proprietà e senza aumentare i ricavi non si possono avere buonissimi giocatori”. Le ultime parole di Commisso risuonano come un monito per tutto l’ambiente viola. Il presidente gigliato vuole continuare ad investire, dopo gli oltre 70 milioni spesi sul mercato a gennaio e i soldi messi sul piatto per il maxi centro sportivo, ma le ambizioni di vertice passano, inesorabilmente, dalla questione stadio. “Con meno di 100 milioni di ricavi non possiamo fare come quei club che fatturano 400 milioni di euro. Per questo è importante lo stadio”. La volontà di fare una Fiorentina che possa tornare in Europa c’è, e come. Commisso firmerà altri assegni pesanti in estate, nonostante la crisi economica globale che, per inevitabilmente, porterà alla contrazione delle spese. Per tutti. Continuerà a mettere soldi nella società viola, come ha già fatto con lo sponsor Mediacom, ad esempio. Ma per lo step successivo, quello che ha portato Joe Barone a dire che “lo scudetto non è un tabù”, servono le infrastrutture.
DOPPIA STRADA. Senza pensare direttamente al massimo obiettivo (lo scudetto, appunto), è chiaro che anche per costruire una squadra che torni stabilmente in Europa, magari quella che conta, c’è bisogno di diversi innesti pesanti durante il percorso di crescita. E solo gli introiti di uno stadio di proprietà, con il ‘peso’ a bilancio delle infrastrutture, potrebbero permettere di alzare i ricavi e di aumentare gli investimenti, anche per il Fair Play Finanziario. Andando così a competere per giocatori importanti sul mercato. Joe Barone, già da un paio di mesi, è alla testa di una task force dei club di Serie A per cambiare le leggi sulle infrastrutture sportive, da Firenze sia il sindaco Nardella che la parlamentare Di Giorgi si stanno muovendo nella solita direzione. Ma la politica, al momento, spinge più per agevolare – a livello nazionale, non solo fiorentino – il restyling di stadi attuali. E a Firenze del Franchi. Quella che resta, comunque, la prima idea di Commisso al suo arrivo a Firenze. Salvo poi scontrarsi con i vincoli posti dalla Soprintendenza.
STADIO NUOVO. Chissà che, con nuove leggi, non possa riaprirsi la ‘partita’ per riqualificare tutto Campo di Marte con una vera e propria ‘cittadella dello sport’. Un discorso che anche l’amministrazione comunale potrebbe riprendere presto dopo il naufragio dell’opzione Mercafir. Ma Commisso, nelle ultime uscite, è stato piuttosto chiaro: “Serve lo stadio nuovo, anche nell’area metropolitana di Firenze”. Citando l’ipotesi Campi Bisenzio che resta in piedi, pur con delle carenze (relative alla viabilità ma non solo) che hanno impedito di accelerare in questa direzione.
GRANDI SPESE. Purtroppo a Firenze il nodo stadio rappresenta un problema ultradecennale, ma Commisso è determinato a non mollare la presa. Nonostante i mille intoppi. La risposta sullo stadio citata in apertura (“senza stadio non si possono prendere buoni giocatori“), tra l’altro, è arrivata dopo una domanda su Belotti e Paquetà: ci sarà anche un po’ di ‘pretattica’ nelle sue parole, ma è chiaro che – nonostante la voglia di investire – non sarà facile far rientrare diverse operazioni pesanti (da 30 milioni in su, senza contare gli eventuali alti stipendi) restando nei limiti del Fair Play Finanziario, proprio per i bassi introiti della Fiorentina. Specie dopo i 70 milioni spesi in inverno. Le cose potrebbero cambiare, chiaramente, in caso di partenza di Chiesa.
TREQUARTISTA E DUE PUNTE. I giochi per il futuro di Federico sono aperti, ancora niente è stato deciso. Ma il tempo scorre, e la suggestione Belotti (i viola ci avevano provato già a gennaio, prima dell’arrivo di Cutrone) può essere legata ad una eventuale cessione del numero 25 viola. Perché là davanti il reparto è piuttosto affollato. Su Vlahovic la Fiorentina è pronta a puntare con forza, Cutrone è arrivato a gennaio e avrà ancora delle chance per dimostrare il suo valore, poi c’è Kouame che non vede l’ora di mettersi in mostra. E Ribery. Oltre a Sottil. Se nel contesto inseriamo anche l’idea di puntare su un trequartista (Paquetà, De Paul o Castrovilli in posizione più avanzata), ne esce l’impostazione di una Fiorentina che potrebbe cambiare in maniera importante assetto tattico nella prossima stagione. Utilizzando un modulo che preveda un trequartista e le due punte. Così, ad esempio, potrebbero coesistere Belotti e Vlahovic, oppure due tra Dusan, Cutrone e Kouamè più un trequartista (magari Ribery, o lo stesso Castrovilli più avanzato). ‘Problemi’ che toccheranno a Iachini o all’eventuale nuovo allenatore. Altra ‘partita’ che resta aperta nella costruzione della Fiorentina che verrà.
Di
Marco Pecorini