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Il 30 aprile si determineranno le sorti del calcio europeo. Il governo tedesco deciderà se consentire per il 9 maggio la ripresa della Bundesliga. «Dobbiamo ricominciare per sopravvivere», taglia corto Christian Seifert, ad della Dfl, la lega dei club tedeschi. «Se non si riparte, un club su tre fallirà». La decisione del governo tedesco, che potrebbe mandare i calciatori in campo con indosso mascherine, condizionerà gli altri campionati più importanti: Ligue 1, Premier League, Liga e Serie A. Fermarsi tutti sarebbe un danno. Ma essere gli unici a farlo sarebbe una sciagura peggiore. Nessuna lega nazionale vuole restare con il cerino in mano. Tutte fanno pressioni sui propri governi per ripartire, scrive La Repubblica.
EFFETTI SUL MERCATO. «Non giocare significherebbe diventare terreno di conquista per i club stranieri, che verrebbero a comprare a prezzo di saldo i nostri campioni», dice l’ad della Lega di Serie A, Luigi De Siervo. Se i concorrenti dovessero ripartire, incassando i diritti tv, chi dovesse fermarsi resterebbe stritolato. Il destino della Serie A è in mano alla commissione medica del Coni che si riunirà lunedì. «Immaginiamo che fra i grandi campionati solo la Serie A si fermi. I calciatori avrebbero stipendi tagliati, i club sarebbero in bolletta, i talenti emigrerebbero», conferma Oscar Damiani Jr procuratore dell’Aiacs, l’associazione degli agenti che rappresenta l’80% dei calciatori tesserati in Italia.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
														
Di
Redazione LaViola.it