
Il portiere polacco si racconta fuori dal calcio, in attesa di tornare tra i pali. Ha conquistato piano piano Firenze.
Se il miglior attaccante, non ha dubbi, «è Robert Lewandowski», polacco come lui, Bart Dragowski promuove il suo reparto: «Il miglior difensore? Semplice, i nostri». Sorride sì, ma resta con lo sguardo impassibile, come quando si trova tra i pali a dirigere reparto e azione. Dai canali social della squadra, in un botta e risposta che in qualche modo ne rivela qualche dettaglio in più, il portiere viola, si racconta. Svela che su un’isola deserta, si porterebbe con sé «sicuramente il cellulare» e che l’ultimo libro letto affronta il tema degli investimenti, perché c’è da essere preparati su tutto. L’ultimo viaggio fatto «è stato in Polonia, per tornare a casa», ovviamente ben prima dell’emergenza Covid-19, mentre l’ultima serie… “addentata” è stata «Peaky Blinders», coi due fratelli Shelby tornati dai campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale pronti ad affermarsi nel mondo della criminalità locale di Birmingham. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
RIVINCITA. Quanto allo sportivo preferito fuori dal mondo del calcio, Drago spiazza tutti, con il non certo convenzionale «Conor Mc Gregor», The Notorius, il famosissimo campione MMA irlandese. Con la sua barba da vichingo, il portiere polacco ha conquistato Firenze in pochissimi mesi. In estate la Fiorentina ha puntato su di lui dopo il prestito ad Empoli: ha intercettato 2 dei 5 rigori stagionali fischiati contro la propria squadra, ipnotizzando Caicedo della Lazio e Criscito del Genoa, che in carriera non aveva mai fallito un tiro dagli undici metri. Dragowski si è preso finalmente il suo spazio, quello che aveva atteso in passato. Ha tenuto la sua porta inviolata per 7 gare, come Handanovic del’Inter che però ha giocato solo 22 gare.

Di
Redazione LaViola.it