
L’albergo milanese destinato ad accogliere chi dovrà fare la quarantena. Negli anni passati è stato sede del calciomercato.
Il nome, rinascimentale. L’architettura, non proprio: un monolite rossiccio, alto e compatto, con le finestre quadrate. In compenso, impossibile non trovarlo: per molti turisti in arrivo a Milano, l’Hotel Michelangelo è stato il primo edificio visto in città. «Molti milanesi conoscono l’hotel Michelangelo, già in chiusura prima del Coronavirus – ha detto il sindaco Sala -. Ora noi lo prendiamo per metterlo a disposizione di prefettura e autorità sanitaria per chi dovrà fare la quarantena». Che colpo di coda, il Michelangelo: da “quasi chiuso” a strategico per la più grande emergenza dell’Italia moderna, scrive La Gazzetta dello Sport.
E il Michelangelo evoca ricordi anche in tema calcistico, visto che è stato sede di tanti appuntamenti per il calciomercato. Meno caro di tanti hotel alla moda, però comodo. Comodo e con una storia. Lì Pantaleo Corvino ha quasi comprato Berbatov per il Lecce, in uno dei classici affaroni saltati: «In compenso al Michelangelo ho chiuso per Diawara e Pulgar al Bologna, Milenkovic, Vlahovic e altri alla Fiorentina», dice ora l’ex ds viola.

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Redazione LaViola.it