
La Fiorentina, dunque, ripartirà da Udine. Luogo particolare, al termine di una settimana paradossale. Sarà fondamentale per Iachini lavorare sulla testa
Di nuovo l’Udinese, dunque, sulla strada della Fiorentina. Dopo una settimana dal viaggio a vuoto in Friuli, luogo non banale per chi è reduce dalla notte che ha portato via il capitano Davide Astori, si riparte da lì. A porte chiuse, come doveva essere sabato scorso. Il governo ha deciso di porre fine alle schermaglie da saloon del nostro calcio, tra chi pensava ad incassi e a voler giocare prima contro una squadra piuttosto che contro un’altra.
INSIDIA PORTE CHIUSE. La testa sarà fondamentale. Montella ribatteva sempre su questo tasto. Lo ha fatto anche Iachini alla vigilia della gara che non si è poi disputata in Friuli. Quando manca il pubblico, anche se avversario, il rischio che vengano meno adrenalina e concentrazione è altissimo. E in vista di quello che sarà il calendario, sempre che si vada verso l’ufficialità di quello che filtra, la Fiorentina si giocherà due sfide fondamentali per la sua stagione senza pubblico. Nemico, a Udine, e amico, col Brescia.
FAME E CARATTERE. Dovrà tirar fuori tutto il carattere e tutta la cattiveria che ha la Fiorentina per uscire definitivamente dai bassifondi e tirarsi fuori da una classifica che non le compete. In un momento in cui i calciatori hanno perso quell’aura di intoccabili alle disgrazie del mondo comune e sono tornati ad essere uomini, con tutte le loro fragilità e paure che contraddistinguono noi semplici mortali. Il tutto amplificato dal dover giocare in un contesto ambientale in cui la testa può prendere mille direzioni.
IL TUTTO NEI GIORNI DI DAVIDE. In mezzo a tutto il marasma del nostro mondo, e di quello del calcio, la gara di Udine riporterà di nuovo la Fiorentina a vivere due giorni tutti particolari. Con il ricordo di Davide Astori, vissuto ieri con la celebrazione religiosa e laica del ricordo del Capitano, che sicuramente non avrà lasciato indifferenti un gruppo di ragazzi e uomini (anche chi non era in rosa quel maledetto 4 marzo), prima ancora che calciatori.
BEPPE LO PSICOLOGO. Dovrà essere bravissimo Beppe Iachini nel lavorare sulla mente dei suoi ragazzi. Lo aveva fatto prima della partita di sabato scorso, lo sta facendo, e lo deve fare ancora. La posta in palio è alta. E il rischio di non reagire in maniera corretta a questo tipo di sollecitazioni e condizioni non può essere contemplato, parlando di obiettivi sportivi. Lo ha fatto con tanti elementi, da Chiesa a Lirola, passando per Vlahovic e Cutrone. L’atteggiamento di molti elementi è cambiato in positivo da quando Iachini è subentrato. C’è da pensare a fare risultati, almeno in quei 90 minuti. Senza distrazioni, senza pensare ad altro.

Di
Gianluca Bigiotti