
Due gol ma non solo. Nella sua prova a Marassi anche tanta forza e grande corsa. E sfida i migliori baby-goleador d’Europa.
Lo scorso era stato un anno di rodaggio. Dieci presenze in Serie A, quel pallone tolto dalla porta da Dragowski contro l’Empoli e prima esultanza da rinviare. Dusan Vlahovic ci ha messo poco però a diventare decisivo per la Fiorentina: classe 2000, prima doppietta determinante ad agosto in Coppa Italia e due gol un po’ meno importanti nella disastrosa trasferta di Cagliari. Ma quella doppietta di metà novembre contò e come per il serbo tutto campo e pallone. Lavoro, grande determinazione, concentrazione. Approccio sempre incisivo, potenza e qualità. Oltre che i gol.
TERZA DOPPIETTA. Ieri a Marassi la seconda doppietta in campionato, la terza della sua stagione. La prima annata interamente con i grandi. Per chi ha appena compiuto 20 anni, niente male come biglietto da visita. Anche perché aveva aperto lui, con quel pallone messo insidiosamente nel mezzo, il pomeriggio a tinte viola, con la goffa complicità di Thorsby. Poi il rigore del raddoppio (calciato con qualche rischio) e il tap-in del 4-0 a chiudere la partita. Nel mezzo però c’è stato anche altro. Come il gran lavoro di fisico per far salire la squadra, i movimenti negli spazi a liberare i compagni. E tanta corsa.
Già, perché al di là dei 190cm di altezza Vlahovic è tutt’altro che un centravanti da sola area di rigore. Lo aveva dimostrato già a Cagliari con quel bellissimo tiro a giro, lo aveva confermato con la cavalcata trionfale contro l’Inter, ma anche con il gran gol con il Napoli. Al fisico abbina qualità e progressione. E corsa. A Marassi, ad esempio, è stato quello che ha corso di più: 11,1 chilometri percorsi, nessuno come lui né sulla sponda viola né sul lato doriano. Tanto lavoro sporco oltre ai gol, insomma. Tanto che, come si nota nelle posizioni medie fornite dalla Lega Calcio, Dusan ha giocato nella ripresa più da trequartista/seconda punta che da centravanti. Lasciando a Chiesa il compito di giocare più avanzato.
TRA I MIGLIORI D’EUROPA. Indicazioni di Iachini e dedizione alla causa, un giocatore sul quale costruire presente e futuro. Perché a 20 anni le prospettive sono enormi. Tanto che a livello europeo pochi giovani stanno segnando come lui. Tra gli Under 20 dei maggiori campionati europei solo tre giocatori hanno segnato più di Vlahovic, giunto a quota 6 gol in campionato (più i due in Coppa Italia): Sancho (13 gol) e Haaland (8) del Borussia Dortmund e Isak (7) della Real Sociedad. Gli altri sono tutti dietro. E anche se si alza l’età agli Under 21, davanti a Dusan ci sono solo il fenomeno Mbappè (15 gol) e Osimhen (13) del Lille. Giocatori che hanno almeno tre campionati da professionisti alle spalle.

Di
Marco Pecorini