Fiorentina davvero brutta contro la Spal, serve più personalità perché adesso arrivano le ‘grandi’. In Coppa con meno ‘pressioni’.
Tre punti per una boccata d’ossigeno, da respirare a pieni polmoni. Una vittoria dopo due mesi e mezzo in apnea, con la Fiorentina scivolata sempre più in giù e incapace di reagire alle avversità. Un successo in un match delicatissimo, contro l’ultima in classifica che ha rischiato anche di imporsi a Firenze. Dopo aver dominato per lunghi tratti sul piano del gioco (57% il possesso palla in favore della Spal a fine gara). Una brutta prestazione ma un risultato fondamentale, per allentare tensioni e paure. Già, quelle che a Bologna avevano portato la Fiorentina ad abbassarsi troppo fino al gol al 94′ di Orsolini. Quelle che avevano impedito alla squadra di riuscire ad alzare la testa da fine ottobre.
PIU’ CORAGGIO. La speranza è che adesso si possa lavorare con più coraggio. “Prima serve mettere una pezza dietro e ritrovare organizzazione e solidità”, il concetto ripetuto da Iachini. Con la Spal una squadra quasi mai propositiva, timorosa, spesso confusionaria. Centrocampisti che non si proponevano, difensori che non sapevano cosa fare palla al piede, attaccanti che non riuscivano a proporre movimenti giusti. Ne è uscita una prestazione di qualità disastrosa, senza gioco e con una fatica immensa a fare tre passaggi in fila. Uno dei primi tempi più brutti degli ultimi anni, una ripresa andata a folate fino al gol-liberazione di Pezzella. L’urlo e l’esultanza di tutto il gruppo (Chiesa in primis) fa capire il peso che la squadra spera di aver scacciato via con il gol del suo capitano.
PIU’ ‘TRANQUILLI’. Ora servirà, piano piano, cercare di rialzare la testa, trovare il coraggio nelle giocate. “Il gruppo si sente da zona Europa League”, aveva detto Pradè qualche settimana fa. Percezioni sbagliate e rendimento sul campo ben al di sotto di ogni aspettativa, ma con i tre punti contro la Spal il timore-retrocessione può essere messo un po’ più da parte. Terz’ultima lontana sette punti, scontro diretto con il Genoa tra due settimane. Con la “parte sinistra” di classifica (quella ‘puntata’ da Commisso) nonostante tutto non troppo distante (4 punti). Ma volare troppo avanti con la fantasia sembra davvero complicato per questa squadra.
ALL’ALTEZZA CON LE BIG. Perché ora il calendario mette di fronte sfide davvero difficili. Gare che se giocate con timore rischiano di trasformarsi in clamorose ‘rimballate’. A partire dalla partita di mercoledì in coppa Italia con l’Atalanta. Poi il Napoli al San Paolo, dopo i rossoblu al Franchi ci sarà la Juve a Torino e di nuovo l’Atalanta in casa in campionato. Un ciclo di ferro da affrontare con (molta) più personalità rispetto a quanto fatto vedere nell’ultima sfida. La speranza sta tutta nel trend della squadra contro le grandi: quasi mai, infatti, la Fiorentina ha deluso contro le big in stagione. A partire, proprio, dalle prestazioni con Napoli, Juve e Atalanta del girone di andata (ma era tutta un’altra Viola), ma anche contro Lazio, Inter e Roma (nonostante il crollo finale che ha portato all’esonero di Montella) la prestazione c’è sempre stata. “A volte più facile giocare contro le grandi chiudendosi e ripartendo, che contro le piccole“, dicono molti tecnici del nostro campionato. Concetto applicabile facilmente anche ad una Fiorentina che le cose migliori le ha fatte proprio aspettando e andando in contropiede. Quando non era chiamata a ‘fare la partita’.
(QUASI) PROIBITIVA. Partite dal pronostico apparentemente scontato, ma che possono rappresentare delle occasioni di vera svolta. Anche se fronteggiare, ad esempio, questa Atalanta che viaggia a mille pare davvero complicato. Vedremo se le motivazioni che Iachini saprà fornire andranno oltre il divario tecnico e fisico: la squadra di Gasperini ha grandissima qualità e una condizione atletica che costantemente a grandissimi livelli, servirà sicuramente una prova sopra le righe per provare a restare in partita fino alla fine. Per evitare figuracce. Ma da partite così si può (e si dovrebbe) anche crescere. È pur sempre una gara secca, giocata in casa di fronte ad un pubblico che sta rispondendo presente, nonostante l’orario decisamente anti-calcistico di un mercoledì lavorativo. E il fatto che non ci sia l’assillo dei tre punti, non trattandosi di campionato, chissà che non possa allentare la pressione e sgombrare la mente di una squadra molto spesso imbrigliata dalla paura.
MERCATO. Fronte mercato, Iachini è in attesa di un centrocampista, la seconda priorità dopo l’arrivo di Cutrone. A proposito, tra Atalanta e Napoli dovrebbe arrivare il suo momento da titolare: oggi i test fisici che hanno indicato al tecnico la condizione fisica e il minutaggio possibile dopo due mesi praticamente sempre in panchina. In mezzo al campo Duncan è il primo nome, per forza fisica e capacità d’inserimento. Il Sassuolo è partito sparando alto (20 milioni), le parti stanno trattando e valutano le possibili formule, con Pradè che mantiene la sua strategia: perseveranza, in attesa delle giuste condizioni per chiudere. Così com’è avvenuto per Cutrone, e com’era stato per Lirola, ma anche Boateng, Pulgar e Badelj. Lunghe trattative andate poi a buon fine… anche se per molti dei nuovi acquisti il rendimento sul campo non è stato poi all’altezza. Arriverà anche un difensore, ma con necessità non considerata ‘primaria’. Attenzione, come al solito, alle occasioni che possono nascere negli ultimi giorni di mercato. Mentre nelle ultime ore si è pensato principalmente a sfoltire: Dabo alla Spal, Cristoforo all’Eibar, Rasmussen in Serie B tedesca, Cerofolini alla Casertana. Il prossimo sarà Pedro, non convocato con la Spal: il Flamengo spinge, la Fiorentina aspetta l’offerta giusta per cederlo a titolo definitivo (forse con una futura opzione di ‘recompra’). Operazione ‘sfoltimento’ che continua.
Di
Marco Pecorini