
L’allenatore non ha nascosto l’amarezza nel suo saluto affidato ad Instagram. Ringraziando tutti ma non il ds, amico di una vita.
«Ci sarebbero tantissime cose da dire, ma preferisco guardare avanti e raccontare il mio stato d’animo, il mio dispiacere»: inizia così il lungo saluto di Vincenzo Montella ai tifosi viola, dopo l’esonero di ieri mattina da parte della Fiorentina, che spiega sì il suo stato d’animo ma anche l’amarezza e la rabbia per essere stato scaricato: «E’ giusto che sia io a pagare oggi, a fare da parafulmini» dice alla fine del messaggio. Perché Montella sa di pagare colpe non solo sue, viste le tante discussioni sul mercato con l’amico di una vita Daniele Pradè, sull’incompatibilità del centrocampo per citare la più accesa. Tanto amico che alla fine nel suo post sui social ringrazia tutti ma non il ds, quasi come se si sentisse tradito, scrive il Corriere Fiorentino.
SALUTI. La giornata era iniziata presto per l’ex tecnico viola, arrivato al centro sportivo prima delle otto per quello che sarebbe stato il suo ultimo allenamento, a ranghi ridotti, con appena 13 giocatori ai quali poi ha fatto solo un saluto e gli auguri. È iniziata così presto che è sembrata essere un tutt’uno con la nottata precedente, quella della sconfitta con la Roma. Quattro gol e tanta rabbia che non lo hanno fatto dormire. Poco dopo le 11 Joe Barone e Daniele Pradè gli hanno comunicato l’esonero.
SASSOLINI. «Serenità e grinta» da ritrovare, dice il comunicato, e Montella accusa il colpo, corre in albergo e poi va a pranzo con il fratello Emanuele preferendo non parlare a caldo. Poi però ci tiene a salutare ma anche a togliersi il qualche sassolino verso chi l’ha scaricato: «Firenze e i fiorentini meritano qualcosa in più. Da tutti. Non c’è alcun dubbio. E sarà una piazza, una tifoseria, un popolo che resterà per sempre nel mio cuore — dice affidando i suoi pensieri a Instagram — Sono stati commessi degli errori. Da me, dal mio staff, da chi scende in campo. Ma probabilmente non solo da noi». E qui inizia a spiegare quello che in parte aveva già detto a più riprese: «Avrei voluto una squadra di calciatori fatti, mista a giovani di talento. Ma l’indicazione era di puntare sui “nostri” giovani e su calciatori esperti. E forse proprio alla luce di questo nessuno mi ha mai chiesto nulla, nessuno ha mai posto un obiettivo stagionale: né la proprietà, né i dirigenti. Che fosse un anno di transizione era chiaro. Ed in queste annate ci sono momenti belli e meno belli, che vanno affrontati insieme».

Di
Redazione LaViola.it