
Federico Chiesa si è preso un giallo eccessivo. E i retropensieri vanno alle accuse di Gasperini. Che si è ripetuto su Immobile
PREGIUDIZI? SPERIAMO DI NO Dalle accuse di essere un simulatore, mai ritrattate e anzi, confermate e rincarate, di Gian Piero Gasperini nei confronti di Federico Chiesa è ormai passato più di un anno. Eppure, come era prevedibile, quando ti attaccano nomee ed etichette, anche a distanza di tempo, i pregiudizi rimangono. Capita così che il 25 viola si becchi un giallo eccessivo da Calvarese al Rigamonti, e che i retropensieri vengano spontanei. Paga la fama di simulatore che gli è stata attribuita da Gasperini? Più volte è stato chiesto ieri sera a Daniele Pradé e Vincenzo Montella nel post gara di Brescia-Fiorentina. Risposte diplomatiche, come quella del ds viola: “Speriamo proprio di no, e che non c’entrino pregiudizi”.
GASP, VISTO CHE SUCCEDE? Nonostante Chiesa non abbia assolutamente reclamato il rigore, dicendo chiaramente al direttore di gara di essere solo caduto, Calvarese, da sempre sensibile al tema delle simulazioni, non ci ha pensato due volte ammonendo l’attaccante della Fiorentina. Celebre il doppio giallo estratto dal fischietto di Teramo a Cuadrado in un Fiorentina-Napoli che costò la squalifica al colombiano, nonostante fosse rigore netto. Ma allora non c’era il Var. E se sul tema, allora, si era schierata a difesa del gioiellino viola tutta la società gigliata, portando anche Pioli ad avere un diverbio in campo, e dialettico, con lo stesso Gasperini, anche Montella tornò sull’argomento dopo il tuffo di Mertens in Fiorentina-Napoli alla prima giornata. Per una polemica che difficilmente troverà la parola fine in breve tempo. Il tema, infatti, è annoso.
DA CHIESA A IMMOBILE Il tutto al termine di una giornata di campionato che ha visto il tecnico della Dea scivolare di nuovo in accuse del tutto ineleganti, ancora sullo stesso tema, nei confronti di Ciro Immobile. E come in occasione di quel Fiorentina-Atalanta, anche a questa tornata, sono arrivate le critiche alle parole dello stesso Gasp da colleghi, addetti ai lavori e istituzioni. L’ultimo il Presidente degli arbitri Marcello Nicchi. Il manager dell’attaccante della Lazio ha tuonato: “Le dichiarazioni di Gasperini sono gravi e inaccettabili, Ciro era arrabbiato perché arrivano da un allenatore esperto, non da un tifoso. Non è un simulatore e dà fastidio essere tirati in ballo a sproposito. Se cade o inciampa in area la prossima volta, pensate a Firenze, cosa succede”. Il tutto con comunicati di accuse e repliche. Come quando la Fiorentina replicò nel dopo gara contro l’Atalanta, anche la Lazio ha fatto lo stesso: “inaccettabile offesa alla professionalità e alla correttezza di un giocatore come Ciro che non ha mai fatto ricorso a simulazioni nel corso della sua carriera”, con replica ieri del tecnico nerazzurro: “Quel comunicato è demenziale”, e della società bergamasca: “diritto di critica legittimo”.
CADERE NON E’ SIMULARE Cadere in area di rigore, insomma, per Federico Chiesa è ormai diventato un tabù. Come se ogni caduta fosse sinonimo di volontà di simulare. E non è bastato essere accompagnato da fischi e buu a Bergamo (o Parma dove giocava la Dea a inizio anno) in maniera immeritata per le doti umane di Chiesa stesso a far fare retromarcia al Gasp, o a ritrattare, o ad invitare i propri sostenitori ad atteggiamenti più civili. Anzi. Il copione che sta andando in scena, anche con Immobile, che domenica sarà di scena proprio al Franchi con Chiesa dall’altra parte in una specie di ‘derby’, si sta ripetendo.

Di
Gianluca Bigiotti