
Hanno già lasciato anche Muriel, Mirallas, Edimilson e Gerson, Veretout lo farà a breve. La decisione di Lafont dopo l’annata in chiaroscuro. Ora chance per Dragowski.
Cinque. Quasi sei. Sono i titolari dell’ultima Fiorentina che hanno già lasciato la maglia viola. Alban Lafont è l’ultimo della lista, Jordan Veretout potrebbe essere a breve il prossimo. Una Fiorentina che si è salvata all’ultima giornata, che era passata dall’‘obiettivo 7° posto’ al terrore della Serie B. E che quindi va ricostruita. A maggior ragione con l’arrivo di Commisso. La rivoluzione è partita e andrà avanti nelle prossime settimane. Già da domani, 1° luglio, si attendono anche i primi giocatori in entrata, visto che poi nel prossimo weekend inizierà il ritiro di Moena.
VIA I PRESTITI. Gli altri quattro sono invece prestiti che sono tornati alla ‘casa-madre’, in qualche caso già partendo per nuove destinazioni. Muriel, il ‘ciclone viola’ da inizio gennaio, è andato all’Atalanta passando per Siviglia (dopo la breve apparizione in Copa America). Edimilson, via West Ham, è andato al Mainz, mentre Gerson è tornato fugacemente alla Roma, ma sta per partire verso la Russia. Infine Mirallas, rientrato all’Everton ma destinato ad andare a giocare in Belgio. Con Lafont, di fatto cinque titolari dell’ultima stagione che hanno già salutato. Tutti hanno giocato oltre 1500 minuti in viola, e non sono stati confermati.
ADDIO… O ARRIVEDERCI? In attesa di salutare Veretout, conteso da Napoli, Roma e Milan, la prima partenza di un giocatore di proprietà è stata quella di Alban Lafont. Prestito biennale al Nantes, con diritto di riscatto e controriscatto. Una scelta voluta dal portiere stesso, dopo una prima stagione non felicissima in Serie A. Classe ’99, tante attenuanti del caso e qualche errore di troppo nel primo impatto con il calcio italiano. Investimento da 8 milioni un anno fa da parte dei viola, la spesa più alta nell’estate di Corvino. Tante speranze e prospettive, inserito con continuità nelle varie liste dei giocatori di sicuro avvenire da vari media europei. “Ha i margini per diventare tra qualche anno tra i migliori nel suo ruolo”, disse di Lafont Stefano Pioli. Il campo ha invece raccontato di qualche buon intervento alternato ad errori, per un portiere che ha iniziato a 14 anni a stare tra i pali e che, tra mezzi fisici ed atletici importanti, e grande reattività, deve ancora perfezionare diversi lati tecnici. Ad esempio le giocate con i piedi (fondamentali nel calcio moderno, specie con Montella), le uscite e le respinte (spesso centrali o imprecise), in generale la sicurezza trasmessa ai compagni. Aspetti non sempre emersi positivamente durante la stagione, anzi mancanze che si sono ripetute, e sono sfociate in alcuni errori marchiani. Come contro l’Atalanta in Coppa, ma anche in campionato più di una volta.
LA SCELTA. Errori che comunque fanno parte della vita di un portiere, per di più giovanissimo e senza una base di anni di scuola calcio alle spalle. Avrà tempo per crescere, Alban. Mentre ora la sua strada si separa (almeno temporaneamente) da quella della Fiorentina. Poi chissà, basta guardare Dragowski. Già, proprio sul polacco è ricaduta la scelta di Montella e Pradè. Due anni e mezzo in panchina, dietro a Tatarusanu, Sportiello e appunto Lafont. Poi sei mesi super a Empoli, e la dimostrazione di poter fare e come il titolare. Ora per Drago c’è la Fiorentina, il rientro dalla porta principale. Dopo 9 partite non sempre positive in viola (15 gol subiti, un solo clean sheet), ma sempre a rimpiazzare qualcuno che era davanti a lui. E che, comunque fosse andata, sarebbe rimasto davanti. Difficile entrare all’improvviso, si sa, per un portiere. Che spesso ha bisogno di fiducia totale, specie se giovane. Quella ad esempio che Montella dette a Neto nel 2013. Bartlomiej l’occasione l’ha avuta a Empoli, e l’ha sfruttata alla grande. Ora la grande chance in viola.
AFFIANCAMENTO. Con Pradè che non vuole però fare l’errore di un anno fa. Ovvero affiancare ad un giovane un altro giovane. Serve un ‘dodici’ di esperienza, e anche di discreta garanzia. Si pensa al ritorno di Viviano, così come a Terracciano, che in sei mesi in viola ha destato buone sensazioni sul campo e non solo. Si ripartirà, però, da Dragowski, dopo le proposte anche importanti dall’Inghilterra per il polacco. Un nuovo titolare per la Fiorentina.

Di
Marco Pecorini