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Ancora costretti a parlare di campo per la salvezza che non arriva. La paura può affossare la Fiorentina oppure ridarle un briciolo di stimoli

Incredibile ma vero: siamo ancora a parlare di campo. Dopo la delusione derivata dal risultato della semifinale di Coppa Italia – stasera peraltro conosceremo la vincitrice della competizione, non senza un po’ di rammarico – si pensava potesse essere arrivato il momento di pensare solo alla prossima stagione della Fiorentina. Sia fuori dal rettangolo verde che all’interno di esso, guardando a quali giocatori si dovesse puntare per il nuovo ciclo.

E invece no. Perché da quel 25 aprile sono arrivate tre sconfitte consecutive, che anche grazie ai risultati di chi da tempo lotta per non retrocedere hanno risucchiato la Fiorentina nella lotta salvezza. L’impressione è che questa squadra, già fortemente discussa nell’ultima parte dell’era Pioli, sia ormai alla deriva.

Alla deriva perché fortemente legata all’ex tecnico gigliato e ancora scossa da come si sia risolta la questione Pioli-Fiorentina. Ma questo non basta a spiegare il momento della squadra. Fino alla partita con l’Atalanta qualcosa si era visto, anche se non nei risultati. Soprattutto contro Juventus e proprio Atalanta, la squadra dal punto di vista della prestazione aveva reagito bene e sembrava seguire il proprio nuovo condottiero Montella.

Una volta scomparso quello che era l’unico obiettivo stagionale è finito tutto. La Fiorentina si è completamente svuotata e sembra non toccare mai il fondo, per quando sta cadendo in basso. L’ambiente può influenzare: le aspre contestazioni dei tifosi da una parte e l’aggressiva e arrogante presa di posizione di Diego Della Valle dall’altra di certo non aiutano Montella e i suoi giocatori. Tuttavia, l’attuale rendimento della Fiorentina è talmente desolante da non poter essere giustificato dall’influenza di fattori esterni.

Soluzioni in vista? Pochissime. La Serie B resta molto difficile, ma non perché alla Fiorentina debba conquistare un punto, visto che non perdere sembra diventata ormai un impresa. Bensì perché è difficile che tutte le altre, Empoli in primis, riescano a continuare a vincere. Insomma, siamo ridotti a sperare nei risultati negativi degli altri.

Inoltre, questa situazione non permette a Montella, che non può esentarsi dalla colpa di non essere riuscito a ricaricare le batterie del gruppo a sua disposizione, di concentrarsi a pieno sul futuro. Il tecnico campano non può cioè permettersi troppi esperimenti, visto il momento delicato. Anche se forse il rendimento dei titolari è talmente desolante che forse converrebbe osare qualcosa anche in una situazione critica (finora solo piccolissimi segnali, come un Vlahovic che subentra col Milan e Simeone che resta seduto in panchina).

L’unica cosa che resta è la paura. Un sentimento che può paralizzare definitivamente la Fiorentina, oppure offrirle un briciolo di stimoli per le ultime due uscite. Ci si augura che si vada verso la seconda direzione e che a Parma, contro un’altra squadra con l’acqua alla gola, si riveda un piccolo fascio di luce. Poi il futuro, mai stato così nebuloso e con una tempesta pronta a scoppiare.

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