
Il talentino spagnolo classe 2000 per la prima volta al Franchi contro il Torino: impatto positivo dopo i gol e gli assist in Primavera.
Quando nell’estate di Moena i tifosi puntavano gli occhi sul campo, si domandavano: «Che ci fa quel ragazzino in prima squadra? Non avremo sbagliato raduno?». È dura la vita del calciatore che al talento, all’intuizione e alla fantasia non ha ancora abbinato il fisico per trovare spazio nel mondo dei grandi. Baricentro basso, palla incollata ai piedi, il calcio come vita e Iniesta e Ozil come idoli da ammirare, studiare e scrutare in ogni minimo dettaglio. Se c’è una nota positiva, nel pareggio col Torino, è senza dubbio quella di aver dato spazio (seppur per pochi minuti) a quel giovanissimo talento che porta il nome di Cristobal Montiel Rodriguez. La Fiorentina, in estate, aveva deciso di anticipare la concorrenza di altri club spagnoli (si era parlato addirittura del Real Madrid) versando i 2 milioni di euro per soddisfare la clausola rescissoria e portarlo da Maiorca a Firenze (contratto fino al 2023) e iniziare a lavorare al futuro di un talento che ha già messo in evidenza le sue doti nella Primavera di Bigica: 29 presenze e 15 gol tra campionato, Coppa e Viareggio. Così scrive La Repubblica.
CRESCITA. Qualche convocazione in prima squadra e poi quell’occasione data da Pioli a pochi minuti dal termine della sfida col Torino, insieme al compagno Vlahovic ( altro classe 2000). Montiel ha risposto con l’atteggiamento di chi, nonostante i suoi 18 anni, ha le idee piuttosto chiare sui traguardi da raggiungere. «Un sogno diventato realtà», ha scritto sui social. Tofol vive alle Cure, ascolta tutto, cerca di rapire gli insegnamenti dei più grandi con gli occhi. Con Chiesa in testa: ripercorrere quello che sta facendo Federico è uno dei suoi obiettivi. Nello spogliatoio ha legato soprattutto con Pezzella e Simeone e cresce, allenamento dopo allenamento.
FAMIGLIA. Suo padre Oscar lo segue e lo asseconda fin da bambino. Vietato montarsi la testa, gli ripete sempre. E Tofol vive con serenità anche il distacco dalla famiglia: tra un allenamento e l’altro ascolta musica reggaeton e pop spagnola, gira spesso la città e quando vuol rigenerarsi sale al Piazzale Michelangelo, in assoluto il posto preferito dello spagnolo. E poi ama la pizza, che si concede appena può. Piccoli vizi per un classe 2000 che alla panchina in prima squadra, finora, ha quasi sempre preferito recitare la parte del protagonista con la Primavera. Un piccolo leader che sprona i compagni, non solo con le sue giocate in campo.

Di
Redazione LaViola.it