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Editoriali

Sosta di riflessione. Arrivare così alla Partita con l’Atalanta è deleterio. Pioli: “fine di un ciclo”. Ma quale ciclo?

Dopo il ko di Cagliari 15 giorni per riflettere sul presente. Ormai il futuro è chiaro. Ma c’è un appuntamento che potrebbe essere storico da preparare al meglio. Ed arrivare a fine aprile con questo atteggiamento sarebbe un disastro

Se solo ci fosse un modo per andare avanti nel tempo ed arrivare direttamente al 24 di Aprile, forse, sarebbe la cosa migliore per tutti. Per Stefano Pioli, perché ormai la sua uscita (dopo la Lazio) l’ha fatta ed i tentativi di fare retromarcia come nel post gara di Cagliari non fanno altro che alimentare l’aria di addio che si respira a fine stagione. Per i Della Valle, che si ritrovano di nuovo in una situazione simile a quella dei Montella, dei Sousa e dei Prandelli. Per la tifoseria che sa benissimo che da qui alla gara con l’Atalanta sarà un susseguirsi di gare senza stimoli e/o motivazioni. Per chi si ritroverà a dover fare mercato con valutazioni economiche, a rischio deprezzamento , e tecniche con diversi punti interrogativi in più del previsto.

Tutti responsabili, sia chiaro. Perché se la Fiorentina si presenta ad una gara di campionato con Norgaard, i Dabo, se schiera i Vitor Hugo e via discorrendo è colpa di chi li ha presi, di chi ha ordinato ridimensionamenti e paletti su ingaggi e spese varie, e di chi li allena e li fa giocare. Tutti, dal primo all’ultimo, dei dipendenti della Fiorentina, sono sul banco degli imputati. Chi più chi meno, tutti hanno le loro responsabilità.  

Ed invece a quella gara di Bergamo, in cui la Fiorentina comunque stanno andando le cose e comunque andranno da oggi a quella sera, si gioca una possibilità storica, ovvero continuare ad inseguire il primo trofeo dell’era Della Valle, mancano ancora 38 giorni. 38 maledetti e lunghissimi giorni. Sfida alla quale la Fiorentina può arrivarci carica, in forma, in armonia, oppure dilaniata da polemiche e fazioni, scarica, e con una testa piena di scorie dovute ad un mese e mezzo di prestazioni pessime.

Parlare poi di ‘fine ciclo’ come ha fatto a Cagliari Stefano Pioli fa quasi sorridere. Quale ciclo? Verrebbe da chiedersiTutto, dal punto di vista comunicativo è stato gestito malissimo. D’altronde anche Massimiliano Allegri, ad esempio, è da tempo in bilico. Ma dopo il ko contro l’Atletico ha più volte detto e ribadito: ‘mio futuro? Non ha senso parlarne adesso’. Era forse troppo difficile farlo anche da queste parti? E dopo una rimonta da manuale come quella contro l’Atletico, la prima cosa che ha fatto è stata riportare tutti alla calma e pensare alla gara col Genoa di campionato che di fatto non conterà nulla. Esattamente come le prossime che attendono la Fiorentina. Che però, con grande probabilità, porteranno ad altre polemiche e discussioni. Perché in fondo Pioli ha anche avuto la chance di fare una decisa marcia indietro, ma alla vigilia della gara di Cagliari non ha parlato in conferenza, perdendo quindi quell’occasione, e dopo uno scempio come quello andato in scena in Sardegna ha fatto pure peggio tornandoci sopra in quella maniera.

Intanto la sosta. Una pausa che permetterà a tutti di fare le proprie valutazioni. Perché così non si può andare avanti fino alla gara di Coppa. Un mese e mezzo di scempi non è accettabile. Per nessuno. Perché i fischi inizierebbero a piovere, ed invece servirebbe arrivare alla gara di Bergamo con armonia, le contestazioni divamperebbero, e tutti i protagonisti in causa ne hanno solo che da rimetterci. Una cosa è sicura: Pioli ha comunque in mano questo gruppo. Lo spogliatoio è unito al massimo con il tecnico. Ma adesso toccherà a tutti dimostrare che è così. Anche se le gare a venire non avranno nulla in palio, ma solo per l’orgoglio e per un hashstag che accompagna ogni post social della Fiorentina: #noisiamofirenze. Anche solo per questo, tutti, devono dare decisamente qualcosa di più rispetto al disastro di Cagliari.

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