
Rimpianti per Mancini, Zaniolo e altri. Storia di giovani calciatori cresciuti nelle giovanili della Fiorentina ma esplosi lontano da Firenze
«Chi non fa… non falla». Traduzione: soltanto chi non fa, non sbaglia. Vale nella vita, e vale nel calcio. Soprattutto, vale per chi è chiamato a fare delle scelte. E così, può capitare di perdersi qualche talento per strada.
Tu chiamali, se vuoi rimpianti. Come riporta il Corriere Fiorentino, in questi giorni tutta Italia parla di Gianluca Mancini. Il ragazzo (che scherzo del destino ha esordito in A proprio contro la Fiorentina) gioca (parecchio) bene, è titolare nell’Atalanta, è un punto di riferimento dell’Under 21 di Di Biagio e che sarà aggregato con la Nazionale maggiore per la partita con gli Usa.
IL CASO. Una storia, la sua, che ha fatto discutere. Soprattutto l’estate scorsa quando, dalla Procura Federale, arrivò il deferimento per Atalanta e Perugia. Il motivo? Una valutazione al ribasso del suo cartellino al momento del passaggio dal club umbro a quello nerazzurro con lo scopo (secondo l’accusa) di abbassare il più possibile il premio da riconoscere alla Fiorentina (ai viola spettava il 50%). Le due società, poi, son state assolte. Oltre al danno, la beffa. E un rapporto con la società di Percassi compromesso.
IL GIALLOROSSO. E poi Zaniolo. Qualche anno nel settore giovanile della Fiorentina poi, al momento del salto in Primavera, il taglio. «La società ci disse che non era all’altezza», ha raccontato suo padre. In realtà, la storia è diversa. È vero, come sostiene Zaniolo senior, che suo figlio non fosse troppo apprezzato. Tanto che, con gli Allievi, non era nemmeno un titolarissimo. Fu lui però, nell’estate del 2016 a chiedere di essere liberato. Corvino (appena tornato) acconsentì. Fidandosi, non avendolo avuto sotto mano in prima persona, del giudizio di chi lo aveva preceduto.
Andò all’Entella, quindi all’Inter che, storia del giugno scorso, l’ha sacrificato sull’altare di Nainggolan. Oggi, Zaniolo, è sul punto di esplodere. Ha esordito in Champions (al Bernabeu), è stato convocato in Nazionale e (pure lui) ha giocato per la prima volta dal 1’ in Serie A al Franchi, contro la Fiorentina.
L’INTERISTA. A proposito. Ve lo ricordate Danilo D’Ambrosio? Era, il terzino oggi all’Inter, una della pianticelle più preziose per Corvino che però, tornato a Firenze, non lo trovò. Un peccato perché, oggi, è uno dei terzini più affidabili del campionato. Fino alla vendetta del 25 settembre scorso. Quel gol, a San Siro, costato alla Fiorentina una sconfitta a dir poco immeritata.
LO SPAGNOLO. Altro giro, altro terzino. Quello di Cristiano Piccini è ormai un tormentone. Bocciato da Montella e Sousa, è stato ceduto al Betis nell’estate del 2015 per 1,5 milioni. Eppure, per i due anni successivi, i viola avrebbero potuto riacquistarlo esercitando (per 2,5 milioni entro il 2016, per 3 nel 2017) un diritto di recompra. Non è andata così e ora Piccini gioca la Champions (col Valencia), ha esordito in Nazionale, e ha una clausola rescissoria da 80 milioni.
Una lista che rischia di dover essere aggiornata col nome di Ianis Hagi. Appena convocato dalla Romania e, soprattutto, votato miglior giocatore del campionato. Rispedito in patria (per 2 milioni più il 30% sulla futura rivendita) a causa dell’impazienza sua e (soprattutto) di papà George, presto potrebbe tornare nel calcio dei grandi. Dicono lo voglia la Roma. Ma nel calcio, ci sta. «Chi non fa…non falla». E parlare col senno del poi è sempre troppo facile.

Di
Redazione LaViola.it