
L’ex tecnico della Primavera viola ha parlato della situazione relativa ai giovani italiani.
Federico Guidi, allenatore della Nazionale U-19, ha parlato ai microfoni di RMC Sport. Queste alcune delle sue dichiarazioni:
“Per mio carattere ho bisogno di entrare in maniera profonda nei ragazzi che alleno anche per trasmettere le mie idee. Forse il percorso avuto nel settore giovanile mi agevola. Cerco sempre di mettermi nei panni del ragazzo che ho di fronte, cercando di capire quali possano essere i suoi obiettivi e le sue problematiche, provando a colpirlo nel profondo. Quando riesco a stabilire un rapporto forte con tutti loro so che ognuno può dare il massimo in campo, esprimendosi al meglio. E questo è l’obiettivo di un tecnico delle giovanili. Molti di loro avevano già iniziato il percorso nelle Nazionali giovanili, avevano vissuto già esperienze internazionali e importanti. Ho cercato chiaramente di portare quelle che sono le mie idee e il mio credo, affinché il raggiungimento del risultato sia figlio delle prestazioni positive fatte in campo senza speculare su niente e nessuno. Credo che in questo modo sia più facile raggiungere il risultato facendo crescere al contempo i ragazzi più velocemente“.
INTENSITA’ E FISICITA’. “Il livello di intensità e fisicità delle nazionali avversarie, dall’Under 15 all’Under 20, non riusciamo in Italia ancora a tenerlo. E, quindi, dobbiamo essere più avanti degli altri per conoscenze, organizzazione e qualità tecniche. Questo problema ce lo portiamo avanti da tanto tempo: l’attività motoria che viene svolta a scuola rispetto ai paesi europei è bassissima e di pochissima qualità. Sei costretto a rincorrere e quando devi farlo devi sopperire con le idee. E in questo il club Italia è veramente all’avanguardia con Maurizio Viscidi e Mauro Sandreani, basta guardare i risultati portati a casa dalle Under 17 e 19. Il lavoro certosino fatto alle nostre spalle è di grandissima qualità ma ci sono ancora tante riforme da completare per aumentare le potenzialità dei giovani con strumenti e strutture”.
GIOVANI. “Dobbiamo assolutamente attuare un lavoro di sinergia con le scuole, a partire dai più piccoli. I ragazzi al momento hanno poco sfogo a livello motorio, le città non lo permettono. Stanno sempre più rinchiusi in casa a giocare con Playstation e tablet e questo purtroppo si ripercuote nello sport. Servirebbe un bel protocollo che unifichi scuola e sport, le riforme sono già iniziate con le seconde squadre, abbiamo l’esigenza di vedere giocare i ragazzi tra i professionisti con più frequenza. Una volta usciti dalla Primavera c’è grande fatica nel trovare continuità. Al contrario di quanto accade ai pari età all’estero”.
GIOVANI IN SERIE B. “I risultati delle ultime Nazionali Under testimoniano della bontà e della qualità del giovane italiano. Il problema è che, finito il campionato Primavera, c’è veramente pochissimo coraggio nel mettere i nostri ragazzi in campo e quando capita il giocatore è sottoposto a grandissime pressioni, gli si chiede tutto e subito: una volta che viene buttato sul terreno di gioco, al primo errore viene immediatamente accantonato. Servirebbe più coraggio ma anche più pazienza. Non è bello vedere così pochi dei nostri azzurrini protagonisti in B dopo le grandissime prestazioni in ambito continentale”.

Di
Redazione LaViola.it