
Come riporta LaRepubblica Firenze, finalmente la fine di questa stagione che ci resterà inchiodata all’anima, non certo per il divertimento sul campo, è a un passo. Oggi a Milano la Fiorentina chiude la storia di mesi difficili, divisi tra il nulla, il dolore e l’orgoglio. Alla fine nel cuore resta un’esperienza di vita di quelle che ti cambiano dentro. Per il resto, però, poca cosa. D’altra parte a Pioli non era stato chiesto niente di speciale: nè gioco, nè divertimento, nè risultati esaltanti, ma semmai iniziare una storia di calcio giovane e, soprattutto, low cost.
Tutto era cominciato chiudendo un ciclo e incassando milioni e milioni. Il come spenderli interessava il giusto, almeno stando ai fatti e ai risultati. Ma a Pioli andava tutto bene, anche perché era stato avvisato. Talmente bene da mettere su un ritiro senza giocatori, tanto che alla prima a San Siro la Fiorentina si è presentata in versione più o meno da spiaggia, regalando all’Inter una partita che più facile non poteva essere. Nel frattempo il bravo allenatore ha parlato con Diego, colui che tutto può, e ha cercato di rimettere le mani su una squadra tecnicamente moscia e senza terzini. La genesi alla fine ha creato una squadra normale interrotta da una tragedia da cui cercare di ripartire sulle ali dell’orgoglio. Una storia incredibile che ha unito tutti e sedato ogni polemica nel nome del capitano.
Oggi a Milano ( ore 18) arriverà la parola fine e inizierà qualcosa di molto diverso, almeno così sperano i tifosi. Pioli continua giustamente a ringraziare i suoi giocatori per la reazione che hanno avuto sul campo, loro e la società sicuramente ringrazieranno lui per la saggezza con cui ha gestito il tutto. Ci sta che a breve Freitas e Cognigni gli allunghino il contratto, un po’ perché se lo merita, un po’ perché un altro aziendalista non è così facile da trovare in giro. E a Cognigni, che con Pioli condivide il pragmatismo risparmioso, serve un allenatore così. « Ho massima fiducia nei dirigenti, coi quali sto già parlando dei progetti futuri » , dice il tecnico, che in questi giorni non ha nascosto di immaginarsi il Ferguson fiorentino, cosa che conta fino a un certo punto, visto che il concetto era già stato espresso in passato sia da Prandelli che da Montella. Ma Pioli conosce questo mondo, dove naviga, tra luci e ombre, da decenni. E per questo inizia a mettere le mani un po’ avanti. Con garbo, ovvio.
«In estate non ci sarà una rivoluzione perché non ci sarà bisogno di cambiare tanto, ma qualche innesto serve. Con tutti gli sforzi che possono fare i Della Valle la Fiorentina non sarà comunque tra le prime sei alla griglia di partenza di agosto » . Come dire: non esageriamo con la propaganda entusiastica dei fedelissimi del direttore generale, dobbiamo ancora crescere parecchio per permetterci dei sogni. Il fatto che Adv abbia parlato di sesto posto spinge il bravo Pioli a una considerazione da Formula uno. « Sarei l’allenatore più contento del mondo, datemi una Ferrari e dimostrerò di saperla guidare».
Intanto ecco gli ultimi novanta minuti per mettere la parola fine a questo campionato che nessuno potrà mai dimenticare: un romanzo di lacrime e di orgoglio. Già.

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Redazione LaViola.it