Come riporta il Corriere dello Sport Stadio, il killer diabolico rilancia per l’Europa, «Ci aspettano tre finali, ma ci abbiamo sempre creduto», e abbattere tutti i record. Giovanni Simeone si è preso tutto in 90 minuti. Il primo successo stagionale al Franchi contro una grande, dopo aver battuto la Roma sì, ma all’Olimpico. E la prima tripletta italiana, lui che col Genoa era riuscito a mettere la firma su tre doppiette (a Juventus, Palermo e Fiorentina).
Il tutto scavalcando il record di marcature realizzate la scorsa stagione in Serie A, 12, la prima in questo campionato, ed eguagliando il numero di gol che fu di Gabriel Omar Batistuta nel suo primo anno in viola, 13 appunto. Non ha mai sfruttato nemmeno un calcio di rigore ed in più si è inventato anche 4 assist. E’ stato da un suo scatto che, ieri, è nato il rosso a Koulibaly: è così che ha spaccato la gara, che l’ha indirizzata in un canale ben preciso.
Giò, con quella fame di reti insaziabile, non si monta la testa: «Sono ancora giovane, devo ancora fare tantissimo, soprattutto migliorare. L’allenatore ha sempre creduto in me, sono felice di essere alla Fiorentina. Credo molto nel lavoro e questi gol ripagano i miei sforzi. L’Europa? Ci abbiamo sempre creduto: lo abbiamo fatto nella striscia positiva di sei vittorie consecutive così come quando in tre sfide è arrivato solo un punto. Ci aspettano ancora tre finali: dobbiamo lottare per riuscirci».
Non ha sminuito il valore dell’avversario, ha semmai fatto perno sulla compattezza della sua squadra, motivo d’orgoglio generale: «Mi chiedete se il Napoli fosse frastornato dopo il successo della Juve di ieri? Non solo quello. Io dico che non sarebbe stato facile per nessuno: noi abbiamo giocato a pallone». Con un uomo in meno ancora di più. Il pallone se l’è tenuto stretto anche entrando nel tunnel degli spogliatoi, col numero tre mimato con le dita. Nel frattempo suo fratello Gianluca lo festeggiava su Instagram e con lui sua zia Natalia. «A chi dedico il gol? Mio padre di sicuro sarà contento di quanto fatto oggi». E’ stato il suo regalo…a distanza per il quarantottesimo compleanno, festeggiato il 28 aprile. Pure in Argentina lo hanno celebrato: i quotidiani on line mostravano la faccia divertita del ventiduenne capace di far piangere pure Maradona.
A chi gli rimproverava di mancare di continuità realizzativa, l’argentino ha risposto coi fatti. Ha segnato quattro gol nelle ultime sette partite di campionato, tante quante ne aveva realizzate nelle precedenti 18. Non si è mai piegato, ha lottato sbattendo i pugni sull’erba, arrabbiandosi con se stesso in maniera feroce, senza farsi sconti. Ma alla fine ha avuto ragione lui. Aveva scaldato i motori già nell’amichevole giocata a porte aperte al Franchi contro il Signa 1914 e ieri ha travolto pure il Napoli. Era l’unica big che mancava all’appello, tra quelle trafitte con Genoa e Fiorentina. Ieri ha regolato i conti. E come ha scritto Freitas sul proprio profilo Instagram, «Lo meritavi».
Adesso la corsa verso l’Europa deve continuare col piede schiacciato sul gas. E Giovanni non vuole fermarsi, nemmeno domenica prossima quando tornerà in quella che è stata la sua prima “casa” italiana, il Genoa, a Marassi. Vuole costruire il sogno perfetto in nome del suo capitano, Astori, salutato anche ieri con il solito cerimoniale: il tempo dei ricordi arriverà solo dopo. Già che il 13, come numero, non è che poi gli piaccia così tanto Simeone ora punta solo ad andare avanti: incrementando i suoi record, costruendone di nuovi per poi superarli subito dopo. E’ fatto così, la sfida è nel suo dna. Come la fame di gol.
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Redazione LaViola.it