
È nato a Tavarnuzze, a pochi portoni di distanza dalla casa di Marco Baroni. Una strada che per un momento è saltata in cronaca come il luogo sacro dei promossi in A. Quella fu una bellissima storia per Leonardo Semplici, uno di quelli che la gavetta l’hanno fatta davvero e che alla fine ciò che hanno è ciò che meritano. Così scrive La Repubblica. Ambizione sì, ma anche molta intelligenza. E umiltà. Ogni estate il suo Figline incontrava la Fiorentina in amichevole e ogni volta Davide faceva sudare parecchio Golia. Così un giorno è arrivato Corvino e gli ha fatto capire che alla Fiorentina presto ci sarebbe stato un posto per lui. Nelle giovanili, si intende. Così è avvenuto, e così Leonardo da Tavarnuzze ha passato tre anni nella sua Firenze, ad allenare ragazzi vestiti di viola (Bernardeschi compreso), lo stesso colore per il quale aveva sempre fatto il tifo fin da bambino, dove suo babbo lo portava tenendolo per mano.
La Fiorentina per Semplici è amore puro, vero, vissuto. Ma il problema dell’allenatore tifoso è che poi alla fine se ne va altrove. Pioli adesso è intoccabile, ovvio, ma un domani chissà. Corvino stima sempre molto l’uomo di Tavarnuzze, e se arrivò Pioli è anche perchè Semplici la A non l’aveva mai frequentata dalla panchina, e quindi meglio non bruciarlo, perchè il primo anno non è mai facile per nessuno. E infatti Semplici ha rischiato un bel po’ con la sua Spal. Ma non ha mollato mai. E la squadra non ha mollato lui, difendendolo a spada tratta quando la società pensava a un successore. Semplici è amato dai suoi giocatori e anche dalla sua piazza. Lui che in vita sua ha fatto crescere tanti giovani di talento, adesso deve salvare la Spal. Passando da casa sua per ora di pranzo.

Di
Redazione LaViola.it