
Queste altre parole di Bryan Dabo al Corriere dello Sport – Stadio:
Qual è il suo mito calcistico? «Ne ho due: Seedorf, che qui in Italia ha scritto pagine di storia importanti e Ronaldo. Seedorf, però, è in assoluto il più inarrivabile».
Che cosa significa per lei giocare accanto a Veretout e Benassi? «Veretout lo conoscevo già, perché abbiamo giocato insieme al Saint Etienne e abbiamo molta affinità, parliamo molto. Chi è più cattivo tra me lui? Se io sono teso …non sono poi così buono. Se invece con la testa sono tranquillo, dico senza dubbio lui (ride, ndr)».
Secondo lei, Veretout è davvero un…. Nainggolan in piccolo? «Nainggolan è un top player. Detto questo, sì….Jordan lo ricorda molto. Sono entrambi vigorosi, scattanti».
Come si ferma la Roma? «Sarà difficile, perché è una squadra molto compatta e forte. Abbiamo visto tutti la gara di Champions contro il Barcellona: è stata anche sfortunata. Noi però siamo concentrati sul nostro percorso. Siamo reduci da cinque vittorie di fila ed è aumentata la fiducia nelle nostre qualità: pensiamo solo a continuare a difendere molto bene come stiamo facendo e a segnare gol».
Che effetto le hanno fatto i suoi nuovi tifosi? «Mi ha fatto molto piacere il modo con cui sono stato accolto. Quando ho debuttato, specie in casa (contro il Chievo, ndr) li sentivo incitarmi e urlarmi: “allez, Bryan, allez”, addirittura nella mia lingua. In Francia, che è la nazione in cui sono nato, era quasi normale, ma qui mi hanno sorpreso. Sentirli tifare è stata un’esperienza bellissima: mi danno una spinta ulteriore».
Lei suona il pianoforte? «Si, mi piace suonare musica jazz. Mi piace Herbie Hancock, Marcus Miller, Miles Davis. Suono anche la chitarra e la tromba: ho studiato al conservatorio».
Le hanno mai detto che somiglia tanto a Omar Sy, attore francese di origini africane, interprete in “Quasi amici”? «Non me lo hanno mai detto, ma ho visto su internet che si dice questo (ride, ndr). Credo che non sia così, ma lo trovo molto gentile, è un complimento. In Francia lui piace moltissimo per l’umiltà che ha dimostrato».
Perché ha scelto di vestire la maglia del Burkina Faso? «Avrei potuto scegliere tra tre soluzioni, lasciando da parte la pista francese, vista la concorrenza importantissima che c’è. Potevo vestire la maglia del Senegal o del Mali, ma da tre anni il Ct del Burkina Faso, Duarte, mi ha sempre seguito. La squadra è molto buona, faccio un nome per tutti e dico Bertrand Traoré che gioca nel Lione. Secondo me possiamo toglierci soddisfazioni importanti».

Di
Redazione LaViola.it