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Gol, prestiti e flop. Il futuro incerto dei giovani talenti

Sbollita la delusione per una sconfitta figlia di troppe ingenuità, restano questi ragazzi in lotta per il futuro. Il loro, o magari anche quello della Fiorentina, la società che li sta crescendo e spera di aiutarli a fare il grande salto, anche per dare un senso compiuto a quell’idea di progetto giovani che affascina tanto il tifoso. Così scrive La Repubblica. Federico Chiesa è un caso raro ma decisamente indicativo. Prendi un ragazzino che non ha ancora diciotto anni, lancialo allo Juventus Stadium alla prima di campionato e poi fanne nel giro di pochi mesi il punto di attrazione della tua Fiorentina. Primavera, prima squadra, titoloni sui giornali, Nazionale. Da zero a quasi tutto in un pugno di mesi. Caso raro, appunto, con plusvalenza teorica da urlo. Ma è cosa risaputa che il salto dalle giovanili al calcio patinato è roba tostissima. Questione di testa, di pressioni, distrazioni, educazione alla vita del professionista.

Però negli ultimi anni a Firenze di giocatori ne sono venuti fuori. Due su tutti: Bernardeschi e Babacar. Ragazzi arrivati in prima squadra, certo, ma attraverso quei passaggi obbligati dal desiderio della società di far crescere i talenti là dove non sei nessuno e nessuno ti coccola. Comunque sia, ai due un po’ di apprendistato ha fatto bene. Se la Fiorentina ci ha tirato fuori un cinquantino vuol dire che qualcosa di buono è stato fatto. Oggi ci possiamo chiedere quale sarà il destino di ragazzi come Gori e Sottil, per esempio. Le alternative sono due: o lanciarli subito come avvenne per Chiesa (difficile), o scegliere la società giusta dove mandarli a giocare in prestito. Il che non vuol dire che poi debbano tornare per forza qui. Giusto sperarlo, ma non sempre va così.

Piccini era un buon terzino destro, ma non abbastanza, tanto che la Fiorentina ha preferito perderlo per strada per ritrovarselo allo Sporting Lisbona con una clausola rescissoria da 45 milioni (lo ha pagato 3). Camporese sembrava un predestinato, poi arrivò un dribbling di Eto’o che gli normalizzò il futuro, e oggi è in B e gioca con la maglia del Foggia. C’è chi ha anche esordito in Champions come Federico Masi, per poi eclissarsi a stretto giro. Matos non era male, e ha girato un po’ tra Spagna, Brasile e serie B prima di arrivare a Udine e da lì a Verona. Alla Fiorentina è cresciuto anche Carraro, che all’epoca era indicato come il vero talento della cantera. Anche per lui un bel tour in prestito nell’attesa di un grande salto che non è mai arrivato: dopo Modena, Pro Vercelli, Gavoranno. Pavia, Teramo. Carraro ora gioca in serie D, nell’Imolese. Insomma, può accadere di tutto.

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