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Continuità cercasi in casa Fiorentina. A Udine è scontro diretto: si ma per cosa? E alcuni singoli devono cambiare marcia

Continuità cercasi in casa Fiorentina. A Udine la squadra di Pioli ha la possibilità di mettere in fila il terzo risultato utile consecutivo, battere una diretta concorrente per il limbo della zona sinistra/destra della classifica, e soprattutto avere qualche certezza in più in ottica futuro.

Difficile se non impossibile continuare a pensare all’Europa. Ma certo è che se la Fiorentina sta cercando di capire se ha o meno delle fondamenta in grado, con qualche innesto, di poter lottare il prossimo anno per zone più nobili della graduatoria, è chiaro che gare come quella della Dacia Arena possono dare qualche risposta in tal senso. Ad esempio la difesa è ormai assodato che possa ripartire da qui. Soprattutto se si ripartirà dalla retroguardia a 3 visto che Pezzella e Astori sono ormai certezze, Milenkovic continua la sua scalata, ed anche Vitor Hugo può starci nei 4 elementi utili per comporre un pacchetto di tre difensori centrali. Sportiello dovrà conquistarsi il posto nel finale di stagione, così come altri dai quali Corvino, la società, e Pioli stesso si attendevano di più. Benassi e Simeone su tutti.

Futuro, non può pensare ad altro la Fiorentina e Firenze. Anche perché il presente parla di scontro diretto per la mediocrità. Ma tanto è. E constatarlo altro non è che fare una fotografia del momento storico in cui vive il calcio fiorentino. Dall’altra parte Oddo vive il suo momento più critico da quando è tornato in sella ad una squadra di A. A Udine, dopo una grande partenza con la serie record di 5 successi di fila, è pian piano calato fino alla mini serie negativa di 3 ko di fila con cui si presenta alla sfida con la Fiorentina. Ma le idee di cosa sia l’Udinese sono ben chiare: puntare su giovani che arrivano da ogni parte del mondo, valorizzarli, e poi fare cassa per autofinanziarsi. Che in parte è anche ciò che vorrebbe fare la Fiorentina. Con la differenza però che Firenze non è Udine, con tutte le implicazioni del caso. Ed il problema sta proprio qui: capire quali siano realmente le intenzioni della Fiorentina. Perché se la società continua a rassicurare circa la volontà di rilancio da parte della proprietà la prossima estate, sul come tale processo possa avvenire non è chiaro per niente. Una cosa è certa: da qui a fine stagione si dovrà prima di tutto capire chi può essere all’altezza di un campionato come quello prossimo che dovrà rivedere la Fiorentina a lottare per l’Europa. Questo è l’obiettivo principale. I giovani verranno dopo. Se ci fosse un crack tra vivaio o più o meno giovanissimi sarebbe già in campo. Come il caso di Milenkovic. Ed evidentemente Lo Faso e Zekhnini non sono pronti. Come chi è a disposizione di Bigica. Ecco, dunque, che Udine come tutte le altre gare che attendono la Fiorentina da qui a fine anno assumono importanza. E molta, perché in ballo c’è il futuro della Fiorentina.  

E si ripartirà ancora dal 3-5-2 con Chiesa lontano dalla porta, a tutta fascia, e Milenkovic dietro. Davanti Thereau al fianco di Simeone. Quest’ultimo sì che deve cambiare marcia. Perchè le occasioni le ha avute, e ora deve iniziare a dimostrare di poter essere il centravanti di una Fiorentina che vuol fare uno step in più.

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