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Il blog di Ludwigzaller: Calunnia

Sono certo che durante la visita di Pioli agli Uffizi il direttore Eike Schmidt non abbia mancato di illustrargli quella straordinaria opera di Sandro Botticelli, di fronte alla quale non manco mai di soffermarmi a lungo durante le mie visite al museo, che è intitolata La Calunnia. Opera misteriosa, dipinta intorno al 1490, da un Botticelli non più giovane, che pare fosse stato conquistato da una certa cupezza savonaroliana, ma va anche ricordato che l’intento di Botticelli era anche di riprodurre con l’immaginazione una perduta opera del grande pittore antico Apelle.

Secondo l’interpretazione corrente la scena ci mostra il re Mida, con le orecchie d’asino che gli competono, intento a giudicare un uomo innocente che la calunnia trascina davanti a lui. Vorrei tuttavia proporre una nuova lettura del dipinto che è frutto di miei approfonditi studi iconologici. Partirei dalla fanciulla vestita di viola che si vede al centro della scena. Quella è senza ombra di dubbio la Fiorentina e del resto il sospetto era venuto già a Roberto Longhi. Muovendo da questa attribuzione è facile individuare in Della Valle il sovrano assiso in trono: monarca che come Mida dispone di immense ricchezze, ma ha orecchie d’asino (giudichino i lettori quale ne sia il motivo). Accanto a lui vi sono due consiglieri in vesti femminee. Alcuni critici li hanno identificati in Cognini e Salica, altri hanno parlato di allegorie del Successo sportivo e del Guadagno, tra i quali Mida sarebbe giustamente combattuto.  Il barbuto individuo che conferisce con il sovrano è lo stesso Pioli, quello a terra, seminudo e dall’espressione stravolta, che la figura femminile trascina sul pavimento, altri non è che il campionato che purtroppo stiamo conducendo. Non manca un uomo di nero vestito, ma con maniche di colore bianco, che simboleggia senza ombra di dubbio la Juventus. Mentre la figura femminile nuda, un tempo indentificata nella verità, è a mio parere un’allegoria del Var.

Pioli insomma credeva di essere stato invitato agli Uffizi per vedere opere d’arte, ma il direttore intendeva giustamente spingerlo a una seria e approfondita meditazione, di stampo savonaroliano, sulle sue colpe presenti e passate. Un lungo periodo di meditazione e di esercizi spirituali gli consentirà di riflettere sui suoi misfatti, tra i quali vanno annoverati l’emarginazione di Hagi e di Diakhate, e l’aver schierato in campo una squadra di ignavi in senso dantesco che rifugge la battaglia in campo aperto per dedicarsi al contropiede.

Il 19 febbraio il direttore ha inaugurato nuove sale dedicate alla pittura seicentesca e a Caravaggio nelle quali si possono ammirare opere straordinarie come lo scudo con la testa di Medusa che il cardinal Del Monte, protettore di Galilei, donò a Ferdinando dei Medici. C’è da augurarsi che queste sale siano visitate da un numero di visitatori pari o superiore a quello degli spettatori della partita con la Juventus.

Di calcio giocato, di questi tempi, meglio non parlare.

di Ludwigzaller

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