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Il blog di Ludwigzaller: Guerra di posizione

L’antica distinzione tra guerra di posizione e guerra di movimento si perpetuerà probabilmente ancora a lungo.  Fu con la guerra di movimento che Annibale andò vicino a sconfiggere i romani, ma questi ultimi lo fermarono con la guerra di posizione. Come in una sorta di antico Risiko, il generale cartaginese si era andato a infilare nel cunicolo del sud d’Italia, per la troppa rapidità dei suoi successi. I romani lo batterono temporeggiando. E fu proprio per aver voluto combattere, anziché prendere tempo, che Bruto e Cassio furono stati sconfitti a Filippi. Film recenti ci hanno mostrato come alla guerra lampo di Hitler Churchill rispose con l’ordinata ritirata di Dunkerque e con una paziente quanto ostinata strategia difensiva.

La guerra di movimento è fatta per eserciti tecnologicamente superiori, che mirano alla conquista di una rapida vittoria. Che abbiano dalla loro parte elefanti o carri armati poco cambia. Chi fa la guerra di posizione, invece, indossa luride divise e di solito è militarmente inferiore. Vive in oscure trincee, ma non accetta di cedere un metro all’avversario, se non dopo scaramucce interminabili. La guerra di posizione può essere caratterizzata da episodi sublimi, ed è stata narrata spesso nei romanzi. Remarque e Lussu hanno raccontato la prima guerra mondiale, Buzzati dell’attesa infinita dei Tartari, persino la guerra di Troia è una lunga attesa cui mette fine l’astuzia di Ulisse. Ma sono più semplici da narrare le straordinarie imprese e i gesti eroici, per cui anche il cronista, di fronte alle guerre di posizione, si trova in difficoltà e privo di parole.

Ormai è chiaro che la Fiorentina attuale non ha i mezzi e le strategie per poter sfondare ipotetiche linee maginot. Ogni vittoria o risultato utile ce la dobbiamo conquistare coi piedi e coi denti. Così è avvenuto domenica, di fronte ad un avversario che giocava in casa e che era partito con ambizioni di vittoria. Nelle malriposte intenzioni “hitleriane” di Donadoni, la Fiorentina mentalmente stanca e demoralizzata, reduce da due sconfitte, andava piegata subito, sin dai primi minuti. Non è accaduto, dal momento che alla mole di attacchi dei bolognesi non ha corrisposto nemmeno lontanamente una parvenza di efficacia. Sicché ci concedevano diverse ripartenze pericolose, fino alla successione davvero singolare e cabalistica dei due goal su calcio d’angolo consecutivi, mirabile evento che finirà negli almanacchi. Il secondo tempo ha preso ancora l’aspetto di una lotta strenua, nella quale si è incastonata la rete bellissima di Chiesa. Con ogni probabilità andrà avanti così fino alla fine, assisteremo ad altre partite di questo genere, decise da azioni individuali e dall’inusitata resistenza di fronte alle offensive avversarie. Mi resta il forte dubbio che si possa parlare di un “progetto” a lungo termine fondato su questi uomini e su questa strategia.

Venerdì prossimo, ad ogni modo, saranno proprio i buzzatiani Tartari bianconeri ad assediare il nostro fortilizio. È l’occasione che i tanti tenenti Drogo che abbiamo nelle nostre file aspettano da una vita, e che non debbono lasciarsi sfuggire.

di Ludwigzaller

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