
Dall’inizio della stagione è uno dei giocatori più criticati dalla piazza fiorentina, eppure anche ieri ha offerto un contributo fondamentale perché i viola riuscissero a violare la porta di Donnarumma. Cristiano Biraghi non è un fenomeno, si sa, ma è uno di quei giocatori ai quali non puoi rimproverare mancanza di impegno.
Tanti i passaggi sbagliati, così come le letture difensive errate, limitato l’arsenale offensivo a disposizione. Eppure, dai suoi cross sono nate tre reti (tutte in casa) contro Bologna, Roma e Milan. Questo basta a giudicare come positivi i suoi primi mesi in Fiorentina? No di certo. L’impressione, tuttavia, è che Biraghi stia diventando la maschera del “capro espiatorio” della squadra, figura che accompagna qualsiasi ciclo di giocatori passi per Firenze.
Le ragioni sono in primis storiche: la fascia sinistra che fino ad un paio di stagioni fa apparteneva a Marcos Alonso (altro mezzo capro espiatorio, tra l’altro) e Pasqual, oggi vede come interpreti Maxi Olivera e lo stesso Cristiano. Che ci sia stato un downgrade è alquanto evidente. Questo porta pubblico e addetti ai lavori ad essere particolarmente severi con chi presiede quella corsia laterale.
Non che la qualità degli attuali interpreti aiuti ad evitare tutto ciò, anzi. Come si diceva, quando si parla dell’ex Pescara non stiamo analizzando il ritratto di un fenomeno, né di un calciatore in grado di “spostare gli equilibri” (espressione particolarmente di moda ad oggi, anche se dopo aver visto l’ennesimo buco di Bonucci al Franchi sta gradualmente assumendo un tono sarcastico). Biraghi è un giocatore normale, dal quale non ci si deve aspettare la giocata da stropicciarsi gli occhi e dal quale non si può pretendere di essere sempre impeccabile. Tuttavia, è un giocatore che non si tira mai indietro. Il suo atteggiamento in campo è agli antipodi dell’indolenza, e questo non può che essere un punto a favore del classe ’92 nato a Cernusco sul Naviglio.
Inoltre, è bene tornarci, Biraghi possiede un discreto sinistro, che gli permette di poter scodellare in area palloni interessanti. Senza dubbio il suo maggior talento se si parla di fase offensiva, tanto da portarlo a battere in alcune occasioni punizioni e calci d’angolo. Se migliorerà nelle scelte, troppo spesso errate nei 90′, Cristiano potrà crescere ulteriormente. Oltre a servire ancora tanti cross per Simeone e compagni.

Di
Marco Zanini