
Cambiato il manico, cambiato il gruppo. Sarà forse un po’ troppo legato al solito undici Stefano Pioli, ma il lavoro che sta facendo ed ha fatto sulla testa di questo gruppo è sotto gli occhi di tutti. Lontani anni luce i tempi dei musi lunghi e delle alternative che rappresentavano più problemi che risorse, più casi che nuove possibilità.
Giuseppe Rossi, Mario Suarez, Zarate, Rebic giusto per fare alcuni nomi del recente passato. Con un manico che non aveva certo nell’aspetto motivazionale e di coesione del gruppo le proprie qualità migliori. E non a caso, problemi nella gestione della rosa ce ne sono stati così come prove indegne che hanno poi impedito alla Fiorentina di centrare l’Europa l’anno scorso. Quest’anno, dal punto di vista della coesione del gruppo e della volontà di dare il massimo nelle occasioni che vengono concesse sembra di essere su un altro pianeta. Una Fiorentina meno tecnica e meno forte sulla carta, ma più squadra. Cosa che si nota anche dai piccoli dettagli come l’esultanza per un gol in cui tutti corrono ad abbracciarsi come in una finale. Perché di voglia di mettersi in gioco e far bene per se stessi e per la maglia ce n’è a fiumi rispetto alle tante figurine col muso lungo dello scorso anno.
Capita così che il campione di Brasile col Palmeiras che arriva per 8 milioni di euro, come Vitor Hugo, possa partire titolare ad inizio stagione salvo poi finire in panchina per 3 mesi senza dire pio, e che alla prima occasione dimostri sul campo di poter essere molto più che all’altezza. Così come Milenkovic, così come sta facendo a suo modo Babacar. Che non ha certo nascosto di non fare salti di gioia nel vedere un compagno di reparto in difficoltà come Simeone che però ogni domenica gli viene preferito, ma che ha deciso di rispondere sul campo alla sua maniera. Segnando, come accaduto a Cagliari ed in altre circostanze.
Discorso simile per Saponara. Il suo ritorno è e sarà graduale, ma con lo spirito giusto affinché fiducia e testa siano quelle giuste. Unica nota stonata Hagi. Che infatti verrà scaricato a Gennaio senza aver ferito colpo se non a parole, soprattutto di Hagi Sr. E per una Fiorentina che solo unita e coesa può abbattere le barriere di un indebolimento tecnico, qualcuno col naso storto non può esser visto in altro modo se non come un problema. Pioli fu chiaro al suo arrivo: “vogliamo solo giocatori convinti e che sappiano il valore di questa maglia”. Che non è solo una manciata di parole messe lì. Perché Pioli la maglia viola la sente davvero. A differenza di qualche suo predecessore, che non ha saputo far coincidere valori tecnici con valori umani. Ecco perché qui tutti rigano dritto, e consapevoli di non essere Ronaldo o Messi provano e danno il massimo ad ogni prova. Anche se a disposizione avranno pochi minuti.
In questo momento sì che le alternative possono esser viste come risorse, e non certo problemi. Le risposte sono state più che positive. E per provare a far qualcosa di importante in questi prossimi tre impegni, Lazio in Coppa Italia all’Olimpico, Milan ed Inter in campionato al Franchi, è proprio ciò che serve a questa Fiorentina.

Di
Gianluca Bigiotti