
È davvero strana la vita del senegalese part- time, tanto strana che poi alla fine nasce un paragone improbabile, quello con Robbiati, fantasioso attaccante a mezzo servizio che Ranieri buttava dentro solo quando c’era da sparigliare un po’ o da recuperare una sfida messa male. Certo che, tecnicamente e fisicamente, la differenza tra i due è parecchia. Ma il concetto è quello del predestinato alla panchina. Almeno nella testa dell’allenatore, che sostiene che l’attaccante potrebbe fare molto di più. Si riferisce alla cattiveria della competizione per la maglia, quindi alla concentrazione in allenamento e alla voglia di spaccare il mondo. Ci sta che il contratto da semi top e una città che gli ha sempre voluto bene lo abbiano un po’ spinto a un rilassamento inconsapevole.
Poi però guardi i numeri e pensi: ma come fa a stare in panchina Babacar, uno che ha segnato un gol ogni 82 minuti, mentre al Cholito per farne uno di minuti ne servono 268? In Coppa Italia contro la Lazio dovrebbe toccare a Baba, per via del turnover, ma soprattutto perché Pioli vuole vedere se il ragazzo ha capito il messaggio. Adesso il ragazzo senegalese ha l’occasione di prendere con la forza ciò che ogni attaccante desidera: essere considerato la prima scelta, non un ripiego.
Perché poi gennaio è a un passo e il suo nome verrà sicuramente sbattuto in qualche titolo di calciomercato. E non è fuffa, ma una grande possibilità. Si parla molto di Inghilterra, e perfino del Chelsea. Girano voci su offerte da dieci milioni, tutto credibile, così come il fatto che la Fiorentina ci ha pensato all’idea di chiudere una storia lunghissima per incassare e dare a Babacar la possibilità di rigenerarsi altrove. Ma adesso tutto diventa meno logico. Dove lo trovi un altro attaccante con la sua media gol disposto a fare panchina?

Di
Redazione LaViola.it