E voi dove eravate il 20 ottobre del 2013? Ecco una data da ricordare, perchè ci sono partite che sono come trofei, soprattutto se i trofei li frequenti il giusto. E i ricordi restano vivi. Esempio: la faccia di Conte accartocciata nella sua disperazione. E poi: Pepito che quasi piange indicando il cielo al suo terzo gol. Rossi è uno di quelli che è rimasto tanto in infermeria e moltissimo anche nel cuore di chi ne ha amato le prodezze e i gol. Pepito fu una scommessa. Persa, possiamo dire col senno di poi. Ma in realtà certi azzardi non vengono mai rimpianti. Solo aver sognato, goduto, immaginato insieme a lui è stato un bel passaggio della vita.
E lui, Pepito, quante vite ha? Perchè dal 2011 a oggi la sua carriera è stata una lunga degenza alternata a sorrisi di ripartenza. Spagna, Italia, Spagna, Italia: già, Rossi ricomincia da Genova, versante rossoblu. Entusiasmo, voglia, l’odore dell’erba, un pallone, il sorriso di un ragazzo che non vede l’ora. E la terza vita di Pepito ricomincia così. Come era ricominciata a Firenze, e poi al Levante, e al Celta. Un attaccante al cinquanta, sessanta per cento. Anche al settanta, a tratti, prima di un altro infortunio. E Firenze che lo segue da lontano, con affetto. Ora Pepito si allena col Genoa, ma il contratto ancora non è stato firmato. Potrebbe venire al Franchi a seguire i suoi nuovi compagni e a salutare i vecchi amici.
Non c’è più Montella. E neanche Pradè, che fece di tutto per portarlo a Firenze. Ma c’è uno stadio che lo ha amato perchè ci ha provato sempre, anche contro la logica, arrivando a rompere con Prandelli che non lo portò con sè ai mondiali. Pepito si tagliò lo stipendio, per non pesare troppo sui conti della Fiorentina. La sua assenza era un problema per qualcuno, lui capì e fece la sua scelta. Se apparirà al Franchi di sicuro Pepito si prenderà i suoi applausi. Firenze non dimentica: quella partita ribaltata resterà nella storia. E Pepito, eroe.

Di
Redazione LaViola.it